Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/273

Da Wikisource.
264 VITA E MORTE DEL RE RICCARDO III


Hast. Baon giorno, Catesby; v’alzaste per tempo. Quali novelle, quali novelle, in questo nostro vacillante stato?

Cat. Vacillante in verità, milord; e credo che non diverrà più fermo se Riccardo non cingerà la ghirlanda del regno.

Hast. Come! qual ghirlanda? intendereste la corona?

Cat. Sì, mio buon lord.

Hast. Questa mia testa mi sarà mozzata, prima ch’io vegga la corona così mal posta. Ma puoi tu credere che egli intenda ad averla?

Cat. Sì, sulla mia vita; e spera inoltre di vedervi adottar le sue parti per procacciargliene il conquisto. A tale effetto vuole vi avverta che in questo medesimo giorno i vostri nemici, parenti della regina, moriranno a Pomfret.

Hast. Di ciò non mi dolgo, perocchè essi mi furono sempre avversi: ma ch’io dia il mio voto a Riccardo per escludere dal trono i legittimi eredi, questo è ciò che Dio sa ch’io non farò mai.

Cat. Dio mantenga vossignoria in questi generosi sentimenti!

Hast. Fra alcuni giorni riderò ben di cuore d’esser vissuto tanto da veder il tragico fine di quei miei nemici, che aveano cercato di attirarmi l’odio del mio signore. Va, va, Catesby; prima che siano trascorsi quindici dì mi ricomprerò bene da alcuni altri che non se l’aspettano.

Cat. È cosa crudele, milord, di dover morire quando meno vi si pensa.

Hast. Oh! crudele, crudele: ed è nondimeno ciò che avviene a Rivers, a Vaughan ed a Grey; e accadrà ad alcuni altri che si reputano ora sicuri, come noi che godiamo dell’amicizia di Buckingham e del principe Riccardo.

Cat. Quei lórdi entrambi vi tengono nel più alto conto: (a parte) e perciò porranno la vostra testa ben alta sul ponte di Londra.

Hast. So che fan caso di me, e ben parmi d’averlo meritato. (entra Stanley), Venite, venite; dov’è dunque il vostro spiedo, mio caro? voi temete il cinghiale, e andate così sprovveduto?

Stan. Milord, buon giorno; e buon giorno, Catesby; voi potete celiare, ma per la Santa Croce! questi consigli separati a me non piaciono.

Hast. Milord, io tengo la mia vita così cara come la vostra: e non mai questa vita, ve ne fo fede, mi fu più preziosa di ora: credete voi che se non fossi sicuro del nostro stato, sarei così lieto?

Stan. I lórdi che sono a Pomfret eran lieti del pari allorchè partirono da Londra, e veramente non avevano alcun motivo per esser mesti: nondimeno voi vedete come la loro sorte si è mu-