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ATTO TERZO 267


Ely. Dimani credo sia un felice giorno.

Buck. Chi conosce le intenzioni del lord Protettore? Chi è il più intimo amico del nobile duca?

Ely. Vostra Grazia pensiamo che meglio di ogni altro conosca la sua mente.

Buck. Noi ci conosciamo nel volto l’un l’altro, ma quanto ai nostri cuori... a lui non è più noto il mio, che a me noi sia il vostro; ed io non conosco meglio il suo, che voi il mio. — Lord Hastings, voi siete legato a lui di stretta amicizia?

Hast. Qrazie alla sua bontà, so ch’ei molto mi ama; ma quanto all’incoronazione, non gliene ho parlato, nè so quel ch’ei ne pensa. Ma voi, nobile lord, potreste decretare il giorno; ed io darò il voto anche pel duca, sperando che ciò non sia mal veduto da Sua Grazia. (entra Glocester)

Ely. Fortunatamente, ecco il duca stesso.

Gloc. Miei nobili lórdi e cugini, do a tutti il buon giorno: ho troppo dormito: ma spero che la mia assenza non avrà nociuto per nulla al grande oggetto che si doveva discutere dinanzi a me.

Buck. Se non foste giunto così a proposito, milord Hastings avrebbe statuito per voi il giorno: intendo che avrebbe dato il vostro voto per l’incoronazione del re.

'Gloc. Niuno poteva farlo con maggior sicurezza di lui; ei ben mi conosce, e molto mi ama. — Milord di Ely, l’ultima volta ch’io fui a Holborn, vidi nel vostro giardino fragole assai belle. Vi prego mandarmene.

Ely. Di tutto cuore, milord. (esce)

Gloc. Cugino di Buckingham, una parola se vi aggrada. (lo tira in disparte) Catesby ha scrutato Hastings e lo trovò sì tenace e sì caldo, che perderà la testa prima di acconsentire che il figlio del suo signore, così egli con venerazione lo chiama, perda la sovranità del trono d’Inghilterra.

Buck. Ritiratevi per un poco, io verrò con voi. (esce con Gloc.)

Stan. Noi non abbiamo ancor fermato questo giorno solenne. Dimani è troppo presto e non sarei apparecchiato a tal cerimonia. (rientra il vescovo di Ely)

Ely. Dov’è milord Protettore? Ho mandato a prendere le frutta ch’egli desidera.

Hast. Sua Grazia è questa mattina ben affabile: ei vagheggia certo qualche idea che gli sorride; lo deduco dal modo grazioso con cui ne ha augurato il buon dì. Non credo che vi sia uomo in tutta la cristianità che sia meno abile di lui nel dissimulare: nel tuo volto si legge sempre tutto quello ch’egli ha nel cuore.