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20 IL RE ENRICO VI

mati mastini per la nostra fierezza: oggi timidi come agnelli scappiamo gridando. (un breve allarme) Uditemi, compatrioti! r ricominciate il combattimento, o cancellate i leoni dagli stemmi d’Inghilterra, e rinunziate alla vostra patria. La pecora paurosa non è si trista dinanzi al lupo, nè il cavallo e il bue dinanzi al leopardo, come siete voi in faccia a costoro che tante volte avete vinto. (allarme: un’altra scaramuccia) È invano. — Ritiratevi alle vostre trincee: voi tutti avete aderito alla morte di Salisbury, perocchè alcuno di voi non vuol vibrare un colpo per vendicarlo. — La Pulcella è entrata in Orlèans malgrado noi e i nostri sforzi. Oh foss’io morto con Salisbury! La vergogna mi costringerà a nascondere la faccia.

(allarme e ritirata; Talbot esce)


SCENA VI

La stessa.

Entrano sulle mura la Pulcella, Carlo, Renato, Alençon e soldati.

Pul. Inalberiamo i nostri vessilli sulle mura; redento è Orléans dai lupi d’Inghilterra. Così Giovanna d’Arco attiene la sua promessa.

Car. Divina creatura, lucida figlia di Astrea, come ti onorerò io per questa vittoria? Le tue promesse rassomigliano ai giardini di Adone, che un giorno fiorivano, e l’altro avevano maturate le poma. Francia, acclama la tua gloriosa profetessa! ricuperata è la città d’Orlèans: non mai più gran ventura ebbe questo regno.

Ren. Perchè dunque si taciono le campane? Delfino, comanda ai cittadini d’accender fuochi di gioia, e di far festa onde celebrare la vittoria che Dio ci ha accordata.

Alen. Tutta la Francia farà eco ai nostri accenti di giubilo, allorchè saprà con qual coraggio abbiam combattuto.

Car. Fu Giovanna, e non noi, che vinse la giornata; in ricompensa dividerò la mia corona con lei: e tutti i preti e i monaci del mio reame canteranno in processione le sue inesauribili lodi. Una superba piramide le innalzerò, più bella di quella di Rodope o di Menfi: in memoria di lei, allorchè ella fia morta, le sue ceneri, racchiuse in un’urna più preziosa che il gioiellato scrigno di Dario, portate verranno in tutte le grandi feste, dinanzi ai re e alle regine di Francia. Non più grideremo per l’avvenire san Dionigi; Giovanna la Pulcella sarà la protettrice del nostro paese. Entriamo, e festeggiamo regalmente questo splendido giorno di vittoria. (squillo di trombe; escono)