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342 IL RE ENRICO VIII

non esser nulla, se questo onore produce in me la più piccola sensazione. Il mio cuore soffre pensando alle conseguenze. La regina è sconsolata, e noi la dimentichiamo con questa nostra lunga lontananza. Vi prego di non parlarle di quello che avete inteso qui.

Dam. In conto di chi mi avete?

(escono)


SCENA IV.

Una sala in Black-Friars.

Squillo di trombe e di corni. Entrano due uscieri colle verghe d’argento; poi due Segretarii in abito da dottori; dopo essi l'Arcivescovo di Canterbury solo; quindi il Vescovo di Lincoln, Ely, Rochester e Sant-Asaf; dopo di loro a qualche piccola distanza viene un gentiluomo colla borsa, il gran sigillo e un cappello da cardinale; quindi due preti, ciascuno con una croce d’argento; poscia un gentiluomo col capo scoperto, accompagnato da un sergente che tiene una massa; poi due gentiluomini che portano due colonnette, insegne di dignità cardinalizie; poi Wolsey e Campejus seguiti da due nobili colle spade; per ultimo il Re e la Regina col loro seguito. Il Re va ad assidersi sul trono; i due cardinali nella loro qualità di giudici stanno al disotto di lui. La Regina prende posto a qualche distanza dal Re. I Vescovi si schierano a concistoro; fra essi i Segretarii. I lordi siedono dietro ai Vescovi. Il Banditore e tutti gli altri si collocano in ragione del loro ufficio.

Wol. Intantochè verrà letta l’istruzione che ne fu data da Roma, s’imponga ad ognuno il silenzio.

Enr. Qual bisogno abbiamo di tal lettura? Essa fu già fatta pubblicamente, e tutti consentono che sarebbe inutile il ripeterla.

Wol. Come volete. (al segretario) Continuate.

Segr. (ai banditore) Chiamate Enrico d’Inghilterra dinanzi a questa Corte.

Band. Enrico d’Inghilterra, ecc.

Enr. Son qui.

Segr. Chiamate Caterina regina d’Inghilterra.

Band. Caterina d’Inghilterra, ecc.

(la Regina non risponde, ma si alza; va ad inginocchiarsi dinanzi al re, e quindi così parla)

Cat. Sire, vi chieggo di farmi giustizia, quella giustizia che mi