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356 IL RE ENRICO VIII

angelo pose quel foglio entro il piego per farlo cadere sotto i vostri occhi.

Enr. (guardando Wokey sempre assorto nelle sue contemplazioni) Se potessimo credere che i suoi pensieri si levassero al disopra della terra, e fossero fissati sopra qualche oggetto spirituale, lo lascierei immerso in essi: ma temo forte che le sue meditazioni non cadano al disotto del firmamento, e non meritino tanta assiduità. (si asside, e parla sottomesso a Lovell che va da Wolsey)

Wol. Il Cielo mi perdoni! Iddio benedica sempre Vostra Altezza!

Enr. Mio buon lord, voi siete pieno di grazie celesti, e nell’anima vostra portate i più grandi tesori. Di questi senza dubbio vi intrattenevate anche ora; e in essi siete assorto in guisa da non poter dar un momento ai negozi di questa terra. Certo voi siete un molto cattivo massaio, e godo di vedere che in ciò mi somigliate.

Wol. Sire, io ho distribuito il mio tempo una parte nei santi uffici del mio ministero, un’altra per attendere alle cure dello Stato: la natura reclama pure le sue ore per conservarsi, ed io, suo debole e fragile figlio, son costretto a soddisfare a’ suoi bisogni.

Enr. Parlaste a meraviglia.

Wol. E desidero che Vostra Maestà, siccome spero meritare da lei tal giustizia, non separi mai per me l’elogio del ben dire da quello del ben fare.

Enr. Ottimamente; ed è infatti una specie di buona azione il dir bene. Nondimeno le parole sole non bastano. Mio padre, che vi amava, confermava l’amor suo con belle opere in favor vostro. Dacchè io possiedo la mia dignità vi ho sempre tenuto presso di me, e non mi sono contentato soltanto di mettervi negli uffici da cui poteste ritrarre gran profitto, ma ho anche fatto uso dei miei redditi particolari per versare sopra di voi i miei benefizi.

Wol. A che intende tutto ciò?

Sur. (a parte) Iddio conduca a buon termine questo esordio.

Enr. Non ho io fatto di voi il primo uomo dello Stato? Ditemi se è vero, e, se ciò consentite, dichiarate che dovete essermi affezionato. Che rispondete?

Wol. Mio sovrano, confesso che le vostre reali grazie sparse sopra di me ogni giorno hanno superato di molto quello che poteva meritare il mio zelo, che nondimeno andava ben oltre le forze dell’uomo. Le mie opere, quantunque rimaste molto al di sotto de’ miei desiderii, hanno eguagliata tutta l’estensione della