Vai al contenuto

Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/43

Da Wikisource.
34 IL RE ENRICO VI


War. Una sommossa, ve ne fo fede, incominciata dalla malignità delle genti del vescovo. (s’ode di nuovo il rumore e grida di: alle selci, alle selci! Entra il prefetto di Londra con seguito)

Pref. Oh miei buoni lórdi, oh virtuoso Enrico, abbiate pietà della città dì Londra, abbiate pietà di noi! Gli uomini del vescovo e del duca di Glocester, a cui vietato era di portar armi, si empierono le mani di selci, e schieratisi gli uni contro gli altri, se le avventano con tal furore, che molti ne hanno il cranio infranto: tutte le finestre son rotte, e ogni officina fu chiusa.

(Entrano scaramucciando i seguaci di Glocester e di Winchester, la maggior parte col volto insanguinato)

Enr. Noi vi imponiamo, per l’obbedienza che ne dovete, di trattenere le vostre mani omicide, e di restarvene in pace. — Rattemperate, zio Glocester, ve ne scongiuro, questa contesa.

Dom. Se ci si tolgono le pietre, combatteremo coi denti.

Dom. Fate ciò che volete, noi siamo risoluti come voi.

Gloc. Voi, aderenti della mia casa, desistete da tal contesa, e ponete fine all’indegno combattimento.

Dom. Milord, noi sappiamo che Vostra Grazia è uomo equo, e a nessuno secondo per nascita, fuorchè a Sua Maestà: ora prima che patiamo che sì nobile principe, sì buon padre dello Stato, insultato venga da un vil chierico, combatteremo tutti, le nostre mogli e i nostri figli, e consentiremo a vederci macellati dai vostri nemici.

Dom. Sì, e morti ancora ci si vedrà scavare la terra colle unghie. (tornano a combattere)

Gloc. Fermatevi, fermatevi, dico, e se mi amate, come dite, concedetemi di rattenere il vostro furore per qualche istante.

Enr. Oh come questa discordia affligge la mia anima! Potete voi, milord di Winchester, vedere le mie lagrime e i miei sospiri, e non rimettere del vostro odio? Chi sarà pio, se voi nol siete? O chi vorrà più la pace, se i santi ecclesiastici si piacciono in tali torbidi?

War. Milord protettore, cedete... cedete, Winchester; a meno che non vogliate colla vostra protervia far morire il nostro sovrano, e distruggere il regno. Voi vedete qual danno e quanti mali ingeneri la vostra inimistà; rimanetevi dunque in pace, se assetati non siete di sangue.

Win. Cominci egli dal sottoporsi, o io non cederò.

Gloc. L’amore pel mio re mi comanda di desistere; se ciò non fosse, vorrei vedere il cuore di quel prete divelto dalle sue