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48 LE ALLEGRE FEMMINE DI WINDSOR


Quick. Tengo, signore, per parte di mistress Ford.

Fal. Di mistress Ford! Ne ebbi abbastanza di tali ford1; mi tuffai in essi e ne ho il ventre fracido.

Quick. Oimè, giorno sciagurato! Non fu colpa della povera signora: ella ne rimproverò i suoi uomini che intesero tanto male i di lei comandi.

Fal. Io pure m’ingannai, fidandomi alle promesse di una femmina.

Quick. Ah, signore, ella ne è desolata. Suo marito va questa mattina a caccia; ella vi scongiura di venire un’altra volta da lei fra le otto e le nove: mi ha commesso di dirvelo, e intende di ricompensarvi di tutto il male patito.

Fal. Bene, andrò a lei: diglielo, e fa che mediti sulla dignità dell’uomo: fa che consideri la sua fragilità, e giudichi quindi il mio valore.

Quick. Così farò.

Fal. Sta bene. Fra le nove e le dieci, dicesti?

Quick. Fra le otto e le nove, signore.

Fal. Non mancherò.

Quick. Pace sia con voi! esce)

Fal. Stupisco di non vedere messer Brook: ei m’aveva detto d’aspettarlo, ed ho molta affezione al suo denaro. Oh! eccolo appunto. (entra Ford)

Ford. Vi saluto, signore!

Fal. Ebbene, messer Brook? Voi venite per saper quello che è accaduto fra me e madonna Ford, non è vero?

Ford. Appunto, sir Giovanni, per ciò vengo.

Fal. Messer Brook, non vi ingannerò; io ero in casa sua all’ora prescritta.

Ford. E come riesciste, signore?

Fal. Molto male, messer Brook.

Ford. Come mai? Mutò ella proposito?

Fal. No, ser Brook; ma quel lepre che la gelosia tien desto, quel suo marito, sopravvenne appunto un istante dopo che ci eravamo abbracciati e protestato scambievolmente il nostro affetto. Terminato appena tal prologo, giunse l’Atteone con una frotta di malnati da lui raccolti, che venivano in traccia dell’amante di sua moglie.

Ford. Come! mentre voi eravate là?

Fal. Mentre io era là.

  1. Scherzo sulla parola che significa guado.