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38 IL RE ENRICO VI

il duca di Borgogna digiunerà lunga pezza, prima che io comperi un’altra volta al prezzo di qui; pieno era di zizzania; voi come lo trovate?

Bor. Segui le tue beffe, vil furia, cortigiana indegna. Ho fede che fra poco ti soffocheremo col tuo grano e ti faremo maledire di averlo raccolto.

Cor. Vostra Grazia potrebbe bene affamare prima che siffatto tempo giungesse.

Bed. Oh non con parole ma con opere vendichiamo questo tradimento!

Pul. Che volete voi fare, buon vecchio? Rompere una lancia e vibrare un colpo mortale da una lettiga?

Tal. Lurido demone di Francia, fattucchiera d’obbrobrio, che segui senza pudore i tuoi lascivi amanti, devi tu insultar così la sua onorevole canizie, e dispregiar vilmente un uomo quasi morto? Mia vaga, anch’io vo’ provarmi vosco, o perirò nell’ignominia.

Pul. Siete voi sì caldo, messere? — Nondimeno, Pulcella, statti in pace, se Talbot tuona, la pioggia seguirà. — (Talbot e gli altri conferiscono insieme) Dio presieda a quel parlamento! Chi sarà l’oratore?

Tal. Osate voi discendere, e venirci ad incontrare sul campo?

Pul. Vossignoria adunque ci reputa pazzi proponendoci di rimettere in dubbio se ciò che ne appartiene è nostro?

Tal. Io non parlo a quella schernitrice Ecate, ma a te, Alençon, e al resto: volete, come soldati, discendere e combatter qui con noi?

Alen. No, signore.

Tal. Al diavolo col tuo signore! Vil mulatiere di Francia! Ei se ne stanno sulle mura come villani che non osano prender lo armi a mo’ de’ gentiluomini.

Pul. Capitani, via di qui: perchè gli sguardi di Talbot ne annunziano intenzioni maligne. — Dio sia con voi, milordi! eravam venuti soltanto per dirvi che siamo qui.

(si allontana cogli altri dalle mura)

Tal. Ed ivi noi pure frappoco saremo, o il disonore diverrà la gloria di Talbot! Profferisci il medesimo voto, tu, duca di Borgogna, offeso da’ pubblici oltraggi che la Francia osa sostenere giura per l’onore della tua illustre casa, o di riprendere la città, di morire; ed io, quant’è vero che Enrico d’Inghilterra è al mondo, che suo padre è entrato qui da conquistatore, e che il gran cuore di Riccardo Cuor-di-leone è sepolto nella città, che un tradimento ci ha tolta, giuro di ripigliarla o di morire.