Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/473

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74 NOTA


ornamento più rilevato egli fece in tutte le sue opere brillar pure la fantasia. L’autore ravviva la fine di questa commedia con una mescolanza di meraviglioso, ch’era particolarmente ben usato nel luogo ov’essa fu rappresentata. Una superstizione popolare porge agio ad una balzana burla, di cui Falstaff è l’oggetto. Questi viene indotto ad aspettar la sua bella, travestito in guisa da esser tolto per l’ombra d’un cacciatore errante nella foresta di Windsor, e armato il capo d’un paio di corna da cervo. Così trasfigurato è sorpreso da un coro di donzelle e di garzoni in forma di silfi, che ìntessono, giusta la tradizione corrente, le loro danze notturne, e cruciano l’infelice con leggiadrissime ballate. È questo l’ultimo colpo che gli vìen diretto e lo scioglimento del secondo intrigo d’amore si mescola a ciò in modo ingegnosissimo».

(Schlegel, Cors. di Lett. Dram.)