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40 IL RE ENRICO VI


Tal. Grazie, gentile duca. — Ma dove è ora la Pulcella? Credo che il suo demone familiare siasi assopito. Dove sono ora le ciance del Bastardo, e gli schemi del Delfino? tutto svanì! Rouen è in lutto, e geme per aver perduto si cari ospiti! Adesso ci è forza il mettere qualche ordine nella città, porvi ufficiali esperti, e andar quindi a Parigi a raggiungere il re, venuto colà coi suoi nobili.

Bor. Tutto ciò che vuole lord Talbot piace al duca di Borgogna.

Tal. Ma prima di partire non dimentichiamo l’illustre Bedford che cessò di vivere, e assistiamo alle sue esequie. Non mai alcun più prode guerriero tenne una lancia in resta; non mai uomo più amabile governò la corte di un re. Ma i re, e i potentati devono morire; è questo il termine comune delle nostre sventure. (escono)

SCENA III.

Le pianure vicino alla città.

Entrano Carlo, il Bastardo, Alençon, la Pulcella e l’esercito.

Pul. Non vi scoraggite, principe, per un infortunio, nè gemete per vedere Rouen ricaduto in mano al nemico. Il dolore non sana i mali irreparabili; esso non giova che ad avvelenare la piaga. Concedete che il furioso Talbot trionfi un momento, e spieghi il suo vano orgoglio come il pavone spiega le sue penne; noi quelle penne strapperemo, e lo porremo a mal partito se vorrete lasciarvi guidare da’ miei consigli.

Car. Da te fammo guidati fin qui, e tutta la nostra fiducia fu in te riposta; una subita disfatta non varrà a sbaldanzirci.

Bast. Cerca nel tuo spirito qualche bella astuzia, e nol divulgheremo la tua fama pel mondo.

Alen. E porremo la tua statua in qualche santo luogo, e ti adoreremo come una benedetta. Adoperati, dolce vergine, pel nostro meglio.

Pul. Ebbene, ecco ciò che Giovanna propone, e dell’esito di cui essa risponde. Con un discorso artificioso e parole ben tornite noi indurremo il duca di Borgogna a lasciare Talbot e a seguitarci.

Car. Ah! cara fanciulla, se ciò potessimo ottenere, la Francia non avrebbe più un asilo pei soldati d’Enrico: quella nazione non sarebbe più così fiera con noi, e noi la sradicheremmo dalle nostre Provincie.