Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/525

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126 MOLTO STREPITO PER NULLA


Sagr. E poi?

Guard. Qui finisce.

Sagr. E v’è più di quanto, signori, voi poteste negare. Il principe Giovanni è segretamente fuggito questa mattina; ed è con che Ero è stata accusata e reietta, pel dolore della qual cosa la sventurata è morta. - Messer giudice, fate che questi uomini siano legati e condotti a casa di Leonato; io anderò innanzi per fargli leggere il loro interrogatorio.

(esce)

Dog. Andiamo ai voti sulla loro sorte.

Verg. Siano posti in ceppi.

Cor. Via, stolto!

Dog. Dio della mia vita! Dov’è il sagrestano? Ch’ei scriva, ch’ei scriva che l’ufficiale del principe è uno stolto. — Inetto miserabile! Legatelo.

Cor. Andiamo; tu sei un ciuco, sei un ciuco.

Dog. Non sospetti tu il mio ufficio? Non sospetti la mia età? Oh! che non è egli qui per iscrivere ch’io sono un ciuco? Ma, messeri, ricordatevi ch’io sono un ciuco; e sebbene non sia scritto, nol dimenticate. Tu, malvagio, tu sei pieno di pietà come verrà provato da buoni testimonii. Io sono un uomo saggio; e, che più è, un uffiziale, e, che più è, un possidente, e, che più è, un pezzo di carne così bella come ogni altra di Messina; e mi son uno che conosce la legge, ricco abbastanza, quantunque abbia sofferte molte traversìe; e tale che possiedo due veso ed altri oggetti di splendida bellezza. — Guidatelo via. Oh! così si fosse scritto ch’io sono un ciuco.

(escono)