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152 I DUE GENTILUOMINI DI VERONA

rienza, di cui si risentirebbe ad ogni passo in età più matura. Un viaggio gli sarebbe necessario.

Ant. Tu non hai bisogno di infestarmi perch’io consenta a ciò; è più d’un mese che ci penso. Ho bene notata la rovina del suo tempo; e come, senza lo stadio e la cognizione del mondo, ei non possa giammai diventare uomo perfetto; ma l’esperienza s’acquista collo studio e l’applicazione, e si perfeziona col volgere deg anni. Dimmi dunque dove sarebbe più conveniente di mandarlo.

Pan. Credo che Vossignoria non ignori come il suo amico, il giovine Valentino, sia partito per la Corte dell’imperatore.

Ant. Lo so.

Pan. Sarebbe bene, penso, che lo inviaste colà, onde avesse occasione d’esercitarsi nelle giostre e nei torneamenti, nel bel conversare coi nobili, e in ogni altro esercizio degno della sua nascita.

Ant. Mi piace il consiglio; bene ti apponesti: e per mostrarti quant’io t’approvi, vuo’ che tosto tal disegno vada in esecuzione, e che mio figlio parta.

Pan. Dimani, se vi piace, ei potrà accompagnare don Alfonso, ed altri egregi valentuomini che vanno a salutare l’imperatore, e ad offrirgli i loro servigi.

Ant. Ottima compagnia; Proteo andrà con essi: e in buon tempo giunge perch’io gliene dica. (entra Proteo)

Prot. Dolce amore! Dolce scritto! Dolce esistenza! Ecco la sua mano interprete del suo cuore; ecco il suo giuramento di amarmi, e i pegni della sua anima. Oh vogliano i nostri padri approvare la nostra inclinazione, e suggellare questa felicità col loro assentimento! Divina Giulia!

Ant. Che lettera state leggendo?

Prot. Piaccia a Vossignoria, son poche parole d’amicizia che mi scrive Valentino, e che mi furono consegnate da uno che venne pur ora.

Ant. Datemi quella lettera; ch’io vegga quali novelle reca.

Prot. Non vi son novelle, signore; ei mi scrive soltanto che è felice, amato e beneficato dall’imperatore e desidera d’avermi compagno delle sue fortune.

Ant. E che dite di tale desiderio?

Prot. Nulla più di quello che debbo dire un figlio obbediente al proprio genitore, soggetto alle voglie di questo, prima che a quelle dell’amistà.

Ant. Ebbene i miei desiderii concordano perfettamente coi suoi; non vi meravigliate di questa mia subitanea risoluzione