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54 IL RE ENRICO VI

la vita che prima mi desti era perduta, e la tua spada bellicosa in onta della morte protrasse i miei giorni al di là del termine in cui dovevano finire.

Tal. Allorchè ho veduto il tuo ferro far scaturire il fuoco dall’elmo del Delfino, un nobile desiderio di forzare la vittoria ha infiammato il mio cuore. Allora i ghiacci dell’età sono stati sciolti dai fuochi del valore; trovate ho le forze della gioventù; ho respinto Alençon, Orléans, il duca di Borgogna, e ti ho salvato dalla furia dei Francesi. Il bollente Bastardo che ha sparso il tuo sangue, mio figlio, e ha colte le primizie del tuo combattere, ed investito da me; e nel rapido ricambiarci dei nostri mortali colpi, molte volte l’ho ferito, addirizzandogli sdegnoso queste parole: «spargo il tuo sangue impuro e vile, onde sconti, con debole ed indegna ammenda, quel puro che estraesti dai fianchi di mio figlio»: e pieno di desiderio di uccidere quel protervo, ti ho potentemente soccorso. — Parla, mio figlio, oggetto della tenerezza di tuo padre, non sei tu debole e sfinito? Qual è il tuo stato? Tuoi tu abbandonare alfine questo campo di battaglia e porti in salvo? Ora, eccoti innalzato al grado dei cavalieri. Fuggi per vendicare la mia morte, allorchè più non vivrò: un guerriero di più a nulla mi giova. Troppa è la follia di avventurare tutti la nostra vita in una sola e fragile barca. Se io non soccombo oggi sotto i colpi dei Francesi, morrò dimani di vecchiezza; i nemici nulla guadagnano colla mia morte, e qui restando, non abbrevio la mia vita che di un giorno. Ma invece la tua morte uccide tua madre, l’onore e il nome della nostra famiglia; con te periscono la mia vendetta, la tua gioventù, e la gloria dell’Inghilterra. Se persisti a rimanere, noi esponiamo tutti questi beni, ed altri ancora che la tua fuga potrebbe risparmiare.

Gio. La spada d’Orléans non mi ha fatto alcun male, ma le parole di mio padre insanguinano il mio cuore. Oh, qual frutto trarrei io da tanta viltà? Quello di serbare una miserabile vita, immolando una lucida fama. Prima che si vegga il giovine Talbot fuggire ed abbandonare il suo venerabile padre, il cavallo che mi porta soccomba e muoia, e mi lasci fra le mani di sordidi coloni di Francia, oggetto del loro disprezzo e dello sdegno di tutti. Sì, lo giuro per gli allori che voi avete colti, s’io fuggissi, non sarei figlio di Talbot: non mi dite di fuggire; voi sperdete le vostre parole. Se figlio sono di Talbot, io deggio morire ai vostri piedi.

Tal. Segui dunque il tuo disperato padre, come altra volta