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244 TROILO E CRESSIDA


Ter. Hum!

Patr. Mi commise Achille...

Ter. Ah!

Patr. Che umilmente ti prega a far sì che Ettore se ne vada alla sua tenda...

Ter. Hum!

Patr. E brama gli procacciate un salvacondotto di Agamennone.

Ter. Agamennone?

Patr. Sì, signore.

Ter. Ah!

Patr. Che ne dite?

Ter. Gli Dei vi benedicano con tutto il cuore.

Patr. Che rispondete, signore?

Ter. Se dimani fa bel tempo, verso le undici la sorte si deciderà per l’uno o per l’altro; ma egli me la pagherà prima d’avermi preso.

Patr. La vostra risposta, signore.

Ter. Addio con tutto il cuore.

Ach. Ma egli non ha tal tuono!

Ter. No, non ha più alcun tuono, com’io vi dico, nè so qual musica si troverà in lui, allorchè Ettore gli avrà spaccato il cranio; ma sono sicuro che non se ne potrà trarre nessun accordo, a meno che il menestrello Apollo non prenda i suoi nervi per distenderli sopra un’arpa Eolia.

Ach. Devi recargli una pergamena tosto.

Ter. Datemene anche un’altra pel suo cavallo, che è più ingegnoso di lui.

Ach. La tua mente è turbata come una fontana commossa, e non ne posso scorgere il fondo. (esce con Patr.)

Ter. Piacesse al Cielo che la fontana della vostra mente fosse purificata, ond’io potessi lavarvi un ciuco! Vorrei esser piuttosto una scrofa che aver tal dose di valorosa ignoranza. (esce)