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ATTO QUARTO 255

tu puoi dire: io appartengo ad entrambe le nazioni. Per l’onnipossente Giove! tu non ti trarresti così d’impaccio, s’io non pensassi che tu derivi da una mia cara zia. Lascia ch’io ti abbracci, Ajace! Per quel Dio che tuona in Olimpo! tu hai vigorose braccia, ed ecco come Ettore vuole incontrarle. Gloria a te cugino!

Aj. Ti ringrazio, Ettore. Sei troppo leale e generoso. Io era venuto per ucciderti, e raccogliere dalla tua morte un’immensa gloria.

Et. Neottolemo stesso, quell’eroe che tanto si ammira, la di cui fama vola per tutto il mondo, non si potrebbe ripromettere tal palma sopra di Ettore.

En. Le due parti aspettano quello che vorrete fare.

Et. Tosto le appagheremo: l’esito del combattimento è un mutuo amplesso: addio, Ajace.

Aj. Se posso sperare d’ottenere quel che desidero, vi pregherei, mio illustre cugino, di venire alle nostre tende.

Diom. Tale è pure il desiderio d’Agamennone.

Et. Enea, dite a mio fratello Troilo d’appressarsi a me, e annunziate a tutti l’esito del nostro scontro. Dammi la tua mano, cugino. (a Aj.) M’assiderò a mensa con te, per vedere i guerrieri greci.

Aj. Ecco l’illustre Agamennone che s’avanza.

Et. Nominami uno dopo l’altro i più valenti; quanto ad Achille i miei occhi lo riconosceranno da se soli.

Ag. Illustre eroe, abbi ogni buona accoglienza da un nome che vorrebbe non aver contro un tal nemico! Ma questo, non è un ricevimento grazioso: odi dunque il mio pensiero in termini più manifesti. Il passato e l’avvenire sono coperti l’uno d’un velo denso, l’altro d’uno inscrutabile obblio: ma ora la fede, monda d’ogni simulazione e d’ogni intenzione fraudolenta, la indirizza, grande Ettore, il saluto più sincero.

Et. Ti ringrazio, Agamennone, capo illustre dei Greci.

Ag. (a Troil.) E tu, principe Trojano, già tanto celebrato dalla fama, ricevi da me il saluto istesso.

Men. Lasciate ch’io confermi i sentimenti e i saluti del re mio fratello: nobile coppia di guerrieri, siate i benvenuti nel nostro campo.

Et. A cui dobbiamo noi rispondere?

Men. Al nobile Menelao.

Et. Ah! siete voi signore? Per la manopola di Marte! io vi ringrazio: nè vogliate trovarmi goffo, se scelgo giuramento sì