Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/678

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ATTO PRIMO 279

testa! (a Lafeu) Addio, signore; questo giovine è un cortigiano molto novizio; aiutatelo, mio caro Lafeu, coi vostrì consigli.

Laf. Ei non mancherà de’ migliori, se la sua amicizia vuole ascoltarli.

Cont. Il Cielo lo benedica! Addio, Beltramo. (esce)

Bel. Possano aver compimento tutti i voti che formerà il vostro cuore. (a El.) Siate la consolazione di mia madre, vostra signora, e fate tutto per lei.

Laf. Addio, vaga donzella: sostenete la riputazione di vostro paddre. (esce con Bel.)

El. Oh fosse tale la mia unica cura! — Io non penso più a mio padre, e le lagrime illustri di questi principi onorano più la sua memoria, che quelle ch’io spargo per lui. A chi somigliava egli dunque? Io ho obbliati i suoi lineamenti. Dinanzi a’ miei occhi non sta alcuna imagine, tranne quella di Beltramo: ma ei sarebbe come s’io mi fossi innamorata del più bell’astro del firmamento e pensassi a sposarlo; tanto Beltramo è al disopra di me! Bisogna ch’io mi stia paga, ricevendo gli obliqui raggi del suo lume lontano. Io non posso innalzarmi fino alla sua sfera, e l’ambizione del mio amore fa il mio tormento. La damma che accoppiar si vorrebbe col leone è condannata a morire dell’amor suo. Dolce bene mi era, sebben penoso, il vederlo ad ogni istante, l’assidermi accanto a lui ritraendo nel mio cuore il bell’arco delle sue sopracciglia, lo splendido suo occhio, le ciocche de’ suoi capelli, nel mio cuore che era abbastanza grande per racchiudere la sua imagine e ammirare a parte a parte tutte le sue perfezioni. Ma ora egli è lungi da me, e costretta io sono ad adorare i suoi sacri vestigi. — Chi viene? (entra Parolles) Un uomo del suo seguito. Costui mi piace perchè sta con Beltramo, e nondimeno so che è un gran mentitore. Stolto e vile egli è, eppure tutte queste cattive qualità si congiungono in lui a tante doti che trovan grazia, mentre la virtù di tempra inflessibile giace esposta alle ingiurie dall’aria. Quindi è che noi vediam spesso la saggezza priva d’ogni bene, mentre la follia ne ha in copia.

Par. Il Ciel vi salvi, bella regina.

El. E voi anche, monarca.

Par. No.

El. E no.

Par. Meditavate forse sulla verginità?

El. Sì, e poichè avete l’aspetto di soldato, lasciate che vi faccia una domanda: l’uomo è nemico della verginità; come possiamo noi difenderla contro di lui?