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282 È TUTTO BENE QUEL CHE A BEN RIESCE

oppone ai nostri disegni altro che quando noi pare siamo incerti. Qual è la potenza che fa salir tant’alto il mio amore e mi mostri unoggetto di cui i miei occhi non possono restar sazii? Di sovente due esseri, fra i quali la fortuna ha posto uno spazio immenso, riuniti sono dalla natura come due metà di un medesimo tutto, come se generati fossero stati entrambi nella medesima culla. Le imprese straordinarie sono impossibili a coloro che ne misurano la difficoltà valendosi dei loro sensi, e che imaginano che tutto quel che non hanno ancora veduto non accadrà. Qual amante fece mai uno sforzo per rivelare il merito suo, che venisse meno ne’ suoi amori? La malattia del re... il mio divisamento può deludermi... ma la mia risoluzione è stabile, e non mi abbandonerà. (esce)

SCENA II.

Parigi. — Una stanza del palazzo del Re.

Squillo di corni. Entra il re di Francia con alcune lettere in mano, molti Signori lo seguono.

Re. I Fiorentini e i Senesi son venuti alle mani: hanno combattuto con egual vantaggio, e continuano con ardore la guerra.

Signore. Così si dice, sire.

Re. Nulla di più credibile. La confermazione di tal notizia mi vien data dal mio cugino d’Austria, che ci assicura che i fiorentini ne chiederanno un pronto soccorso. Egli che ci ama assù ci consiglierebbe però a rifiutarlo.

Signore. L’amor suo e la sua saviezza, di cui diede tante prove a Vostra Maestà, meritano la più gran fiducia.

Re. Suggeritene la risposta, e Firenze non otterrà quello che dimanda. Ma in quanto ai nostri gentiluomini che desiderano servire in quella guerra, li lascio liberi di porsi da una parte o dall’altra.

Signore. Sarà una scuola militare pei nobili Francesi che desiderano ardentemente di far palese il loro valore.

Re. Chi viene? (entrano Beltramo, Lafeu e Parolles)

Signore. È il conte di Rossiglione, Sire, il giovine Beltramo.

Re. Giovine, tu hai la fisonomia di tuo padre: la generosa natura non ti ha abbozzato in fretta, ma con piacere si è intrattenuta di te. Possa tu aver del pari ereditato la virtù del tuo genitore! Sii il benvenuto a Parigi.

Bel. Vostra Maestà si degni di ricevere i miei ringramenti e le assicurazioni del mio omaggio.