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288 È TUTTO BENE QUEL CHE A BEN RIESCE

se mai voi pure avete provata un’onesta fiamma, se sentito avete sì casti desiderii e amore sì tenero, oh! accordate la vostra pietà a un’infelice che non si affanna per ritrovar quegli dietro a cui vanno i suoi voti; e che simile all’enigma si compiace di vivere in ciò che asconde la sua morte.

Cont. Non volevate voi, non ha molto, andare a Parigi? Dite il vero.

El. Sì, signora, così pensavo di fare.

Cont. E perchè? non mentite.

El. Non mentirò, lo giuro per la grazia del Cielo stesso. Voi sapete che mio padre mi ha lasciate alcune ricette di un effetto maraviglioso, prodotti della sua vasta scienza, e che raccomandato mi avea di serbarle con cura, e di non darle che con riserva, siccome quelle che in sè racchiudevano grandi virtù. Fra tali ricette v’è un rimedio, la cui bontà è riconosciuta per guarire le malattie di un languore disperato, come quella per cui il re dovrà morire.

Cont. Era questo il vostro motivo per andare a Parigi? rispondete.

El. È il vostro nobile figlio, signora, che ha suscitato in me tale idea; altrimenti Parigi, la ricetta e il re, non mi sarebbero forse mai venuti in mente.

Cont. Ma credi tu, Elena, che se tu offrissi al re i tuoi pretesi soccorsi, egli gli accetterebbe? Il re e i suoi medici consentono in ciò: egli è persuaso ch’essi noi possano guarire; essi, che inutile riesca ogni rimedio. Qual fiducia adunque vuoi che riponessero in una povera fanciulla senza studii, allorchè dopo avere usato tutti i precetti della scienza hanno abbandonato l’inferrmo a se stesso?

El. Un segreto presagio mi rassicura più ancora che la scienza di mio padre, che era nondimeno abilissimo nella sua professione. Se voi, signora, permettete ch’io m’arrischi, guarentirò colla mia vita, che son pronta a dare senza dolore, il risanamento del re in un tal giorno, e in una data ora.

Cont. Lo credi tu?

El. Ne sono convinta.

Cont. Ebbene, avrai il mio consenso, la mia amicizia e il mio denaro; avrai domestici, e le più calde raccomandazioni per tutti i miei amici della Corte. Io resterò qui, e pregherò Iddio di benedire la tua opera. Parti dimani, e sii sicura che tutti i soccorsi che posso darti non ti mancheranno. (escono)