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292 È TUTTO BENE QUEL CHE A BEN RIESCE

giudizio, nè lasciarci sedurre da una pazza speranza, tanto da prostituire a stolti empirici la nostra infermità giudicata incurevole: un re non deve oscurare con una debolezza la sua fama fidando in un soccorso insensato, quando è convinto che non debbe più pensare ad alcun soccorso.

El. Il mio zelo mi risarcirà delle mie fatiche. Di più non vi infesterò per farvi accettare i miei ufficii, e chieggo umilmente a Vostra Maestà una lieve parte della sua stima, accomiatandomi.

Re. Non posso darvi di meno volendo essere giudicato riconoscente. Voi aveste la volontà di soccorrermi, ed io vi fo quei ringraziamenti che un uomo in punto di morte esprime a coloro che intercedono per la sua vita. Ma voi non avete alcuna cognizione di quello ch’io so benissimo; io conosco tutto il mio pericolo, e voi non potete aver per esso alcun rimedio.

El. Ve n’offro uno che non è affatto pericoloso, poichè avete riposta la vostra quiete nell’opinione che sia incurabile il vostro male. Quegli che compie i maggiori prodigi, li compie spesso colla mano del più debole ministro: così la Sacra Scrittura ne addita oracoli di saviezza usciti dalla bocca dell’infanzia, e in casi in cui canuti giudici non erano essi medesimi che fanciulli. Mentre i più savi dei mortali negavano i miracoli, si videro grandi correnti escire da poveri rigagnoli, e vasti mari inaridirsi. Spesso l’aspettativa vien meno quando par più ragionevole; e spesso ha effetto allorchè ogni speranza è morta.

Re. Non debbo ascoltarvi. Addio, graziosa fanciulla. Le vostre fatiche non essendo computate, toccherà a voi il pagarvene. Offerte che non si accettano, non han per mercede che un ringraziamento.

El. Così un servigio ispirato dal Cielo vien rifiutato! Presunzione è il riguardare un soccorso del Cielo come opera umana. Re, secondate il mìo zelo, e fate esperimento del Cielo, e non di me. Io non sono un impostore che bandisca una cosa ch’io stessa non creda: io credo e so, ch’è sicuro che la mia arte è efficace, e che voi potrete ricuperare la salute.

Re. Parlate con tanta fiducia? e in quanto tempo pensata guarirmi?

El. Se l’autor supremo delle grazie mi seconda, prima che i cavalli del sole abbian fatto percorrere al suo carro infiammato due volte lo spazio d’un dì; prima che l’umido espero abbia per due volte estinta la sua lampada nei foschi vapori d’occidente; prima che l’orologio a polvere del piloto abbia segnato ventiquattro volte il rapido trascorrere dei minuti, ciò che v’ha