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368 LA MALA FEMMINA DOMATA

tanto conscio, che domenica è il giorno che stabilisco per le nostre nozze.

Cat. Ti vedrò appiccato domenica, prima che ciò avvenga.

Gre. L’udite, Petrucchio? Ella dice che vi vedrà appiccare, prima che ciò avvenga.

Tran. È tale il successo che avete ottenuto? Converrà dir addio alle nostre speranze.

Pet. Siate pazienti, signori; io la scelsi per me: se noi siamo contenti, che deve a voi altri importarne? Fu un patto conchiuso fra di noi due, allorchè eravamo in colloquio, che ella si mostrerebbe sempre maligna quando v’è gente. Impossibile è il darvi ad intendere com’essa mi ami. Oh cara Caterina! Ella mi stringeva affettuosamente al collo, poi mi dava baci tenerissimi dichiarando con mille giuramenti, che si era innamorata della mia persona al primo sguardo. Voi siete novizii in queste materie. Meraviglioso è il vedere come un tapino, pauroso, timido, può con un dialogo solo domare la donna più feroce. Datemi la vostra mano, Caterina, andrò a Venezia per farvi le compere dei doni nuziali. Padre, disponetela festa, e invitate gli amici: fo fede che la mia Caterina sarà bella e ben adorna.

Batt. Non so che dire: datemi tutti e due le mani. Dio vi renda felice. Petrucchio, il matrimonio è conchiuso.

Gre. e Tran. Amen, didam noi, e saremo i testimonii.

Pet. Padre, moglie, signori, addio: io vado a Venezia. Acquisterò i gioielli necessarii: voi intanto abbracciatemi, Caterina. Addio. Pet, e Cat. escono da diverse parti)

Gre. Si vide mai un matrimonio conchiuso più rapidamente?

Batt. In verità, signori, io riempio qui la parte del mercatante, ed arrischio ogni mio bene in un’impresa disperata.

Gre. Chi più arrischia, più raccoglie. Ma parliam ora della vostra figlia minore, Battista. È venuto infine il giorno per cui abbiamo tanto sospirato: io sono vostro vicino; e fui primo ad amar Bianca.

Tran. Ed io amo Bianca più che le parole non possano esprimerlo, o le menti concepirlo.

Gre. Via, via, voi non potete amarla al pari di me.

Tran. L’amor vostro appresso al mio è di ghiaccio.

Gre. Giovine pazzo, non sapete quello che dite.

Tran. Vecchio insensato, voi smarriste la ragione.

Batt. Calmatevi, signori, io concilierò questa disputa: sono i fatti che debbono patrocinare la vostra causa, e quegli che assi-