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8 PENE D'AMOR PERDUTE

egli abbandona ai vili abitanti di un turpe mondo i suoi ignobili piaceri, e rinunzia all’amore, alla ricchezza, e ad ogni altra cosa dai mortali invidiata. Ogni suo bene egli troverà nella vita filosofica che condurrà con voi.

Bir. Non posso che ripetere anch’io la medesima protesta. Ho già fatto i medesimi voti, mio caro sovrano, giurando di vivere alla vostra Corte per dedicarmi agli studii tre anni. Ma vi sono altre rigide condizioni, come, per esempio, di non vedere una sola donna fino a quel termine, che voglio credere non saranno state registrate nell’atto: di non assaggiare di alcun nutrimento un dì della settimana, e negli altri dì di non mangiare che di una sola vivanda, altro articolo che spero non vi si trovi; di non dormire che tre ore ogni notte, senza mai essere sorpresi cogli occhi assopiti di giorno, mentre io ho costume di mutar talvolta in notte anche la metà del dì; terza clausola, che ho fede non sia stata ricordata. Codeste sarebbero privazioni troppo difficili a subirsi: non veder donne, studiare, digiunare e non dormire!

Re. Il vostro giuramento d’astenervi da tali cose è proferito.

Bir. Ove non ispiaccia a Vostra Altezza, osserverò che il giuramento mio non è tanto esteso, lo giurai solo di studiare qui con voi, e di passare con voi tre anni.

Long. Biron, con quest’articolo voi giuraste di adempiere anche agli altri.

Bir. Sì e no, signore, e s’io così giurai, giurai solo per beffa. — Qual è l’intento del nostro studio? Vogliate dirmelo.

Re. Di sapere quello che senz’esse non sapremmo.

Bir. Alludete voi a cognizioni vietate all’intelligenza volgare?

Re Sì, e son queste le ricompense divine che lo studio procaccia.

Bir. Ebbene, giurerò di studiare per conoscer le cose che ora non so. Per esempio, studierò per sapere dove io possa fare un buon pranzo, allorchè i banchetti mi saranno inibiti; per sapere dove trovare una bella amante, quando le belle saran nascoste a’ miei occhi: ovvero essendomi legato con un giuramento troppo difficile, studierò l’arte di violarlo, senza bruttare la mia fede. Se tali sono i frutti dello studio e che vero sia che esso insegni a conoscere quello che prima non si conosceva, dal mio giuramento non mi distoglierò mai.

Re. Voi avete menzionato appunto gli ostacoli che distolgono l’uomo dallo studio e che danno alle nostre anime il vezzo del vani piaceri.