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Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, VII.djvu/192

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ATTO QUINTO 183

Cielo, fatemi conservare la pazienza! e quando il tempo avrà maturate le cose, svelate il delitto che rimane qui nascosto sotto un’ipocrita apparenza. — Il Cielo guardi Vostra Altezza da ogni sciagura, com’è vero ch’io, vittima oltraggiata, vi lascio senza essere creduta da voi.

Duc. Lo so, e niente di più vi piacerebbe, che di potervene trarre così. — Ma, ufficiali, conducetela prigione. — Permetteremo noi forse che accusa così obbrobriosa cada sopra un uomo che c’è tanto affezionato? V’è certo in ciò qualche frode. — Chi v’ha consigliato questo passo?

Is. Un uomo che desidererei fosse qui: frate Luigi.

Duc. Un venerabile padre, senza dubbio. Chi lo conosce?

Luc. Io, signore, lo conosco; è un monaco raggiratore; una specie d’uomo che non mi piace: se fosse stato laico, l’avrei bastonato per alcuni discorsi sconvenevoli che fece contro Vostra Altezza mentre eravate lontano.

Duc. Parlò contro di me? È in verità un degno religioso! E poi incitò questa sciagurata a venire ad accusare il nostro virtuoso ministro! Si trovi quel monaco.

Luc. Non più tardi d’ieri, signore, quell’impudente se ne stava con lei nella prigione.

Piet. Il Cielo benedica la Vostra Augusta Altezza! Io era qui, signore, ed ho inteso le menzogne che vi venivan dette. È ingiustamente che questa giovane ha accusato il vostro ministro, che è tanto innocente da ogni impurità o commercio con lei, quanto ella stessa lo è da ogni commercio con qualunque uomo che ancora non sia nato.

Duc. Vogliamo ben crederlo. Però conoscete voi quel frate di cui ella parla?

Piet. Lo conosco per un sant’uomo, e non per un raggiratore come qui vien detto. Guarentisco poi ch’egli non ha mai sparlato di Vostra Altezza.

Duc. Nel modo più infame, vi dico; potete credermelo.

Piet. Giorno verrà in cui egli saprà giustificarsi; intanto è infermo, signore, d’una febbre violenta, ed è per sua preghiera, avendo egli saputo che si voleva qui accusare Angelo, che son venuto onde dichiarare, come di sua bocca, quel ch’egli sa esser vero e falso, e quel ch’egli stesso col suo giuramento, e con ogni altra prova dimostrerà, allorchè dovrà farne testimonianza. Intorno a questa giovane (per iscolpare quel valentuomo così pubblicamente accusato) ella sarà smentita in faccia, e dovrà confessare la sua disonestà.