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ATTO SECONDO 211

questo io argomento, che il tempo è il sovrano degli uomini, e che nulla vi è di durevole, derivante dai mortali.

Sim. Voi siete lieti, cavalieri.

Cav. Potremmo essere altrimenti alla vostra regia presenza?

Sim. In questa coppa, piena fino all’orlo, noi beviamo alla vostra salute, e a quella delle vostre amanti.

I Cavalieri. Grazie ne siano a Vostra Altezza.

Sim. Aspettate un momento. Quel cavaliere là in fondo sta troppo malinconico, come se non vi fosse nella nostra Corte di che rallegrarlo. Non ve ne accorgete, Taisa?

Tais. Che deve calerne a me, padre?

Sim. Oh figlia! i principi debbono essere come gli Dei, che si prendono cura degli affanni d’ogni uomo che gli onora: se tali non fossero, stolto sarebbe l’omaggio che loro si porge. Perciò, per isviarlo da’ suoi pensieri, ditegli che beviamo per lui questa coppa di vino.

Tais. Oimè! padre, non mi si addice tanta audacia con uno straniero: egli potrebbe adontarsi della mia baldanza, e avermi, quale impudente, in mal conto.

Sim. Come! Fate quel ch’io vi dico, o andrò in collera.

Tais. (a parte) Oh buoni Dei! non vogliate ch’ei se ne offenda.

Sim. E di più ditegli che desideriamo di sapere di dove viene, qual è il suo nome e il suo parentado.

Tais. Il re, mio padre, signore, ha bevuto alla vostra salute.

Per. Lo ringrazio.

Tais. Desiderando che quel vino sia altrettanto sangue, che valga rinfrancare la vostra vita.

Per. Di nuovo lo ringrazio, e ringrazio voi pure.

Tais. Egli desidererebbe sapere di dove venite, e qual è il vostro nome?

Per. Sono un gentiluomo di Tiro, chiamato Pericle, educato nelle arti e nell’armi; cerco avventure pel mondo; fui dal mare gettato su questa spiaggia, dopo un naufragio dei più orrendi.

Tais. (a Sim.) Egli vi ringrazia, e dice che si chiama Pericle, gentiluomo di Tiro, che solo per disavventura fu gettato, dopo un naufragio, su queste sponde.

Sim. Per gli Dei! io commisero i suoi mali, e lo distorrò dalla sua tristezza. Su, gentiluomini, c’intrattenemmo anche troppo: di cose frivole, sperdendo un tempo che dovevamo occupare in migliori diporti. Sebbene voi siate ancora vestiti delle armi, non potrete rifiutarvi a intessere una danza. Voi, cavaliere, che siete di Tiro, vi mostrerete anche in questo campo superiore agli