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234 PERICLE PRINCIPE DI TIRO


Mar. Perchè professi tu questo mestiere? Un demone d’inferno ne arrossirebbe! L’aprir la porta ad ogni paltoniere, e l’esser soggetto agli sdegni di tutti, dovrebbe parerti insopportabile. Non v’è professione più vile della tua, alcuna non ve n’è più nefanda; nè il prodotto che ne ricavi è tale, che possa stimolarti ad essa.

Boult. Che cosa vorresti che facessi? che andassi alla guerra? dove un uomo può servire sette anni colla perdita di una gamba, e non avanzarsi dopo neppur tanto da farsene una di legno?

Mar. Fa ogni altro mestiere, fuorchè questo: servi il carnefice prima che servir costoro che sono il disonore della specie umana. Ogni altra via, fuorchè questa, ti sarà di più decoro. Allontanatene tu che lo puoi, e così gli Dei volessero allontanare me pure da questo luogo. Guarda! questo è oro per te. Se il tuo padrone vuole col mezzo mio guadagnare, digli ch’io so danzare, cantare, cucire, tessere, e che insegnerò queste cose. Non dubito che una città così popolosa come questa non debba dare molti scolari.

Boult. Ma sapreste poi voi insegnare quello che dite?

Mar. Mettimi alla prova, e se non riesco da tanto, prostituiscimi al più vil palafreniere che frequenti questa casa.

Boult. Bene, vedrò quello che posso fare: vi collocherò in un’altra abitazione.

Mar. Ma fra donne oneste.

Boult. Affè, non saprei dove trovarne: però converrà pensarci. Intanto è necessario il consenso dei padroni che vi comprarono perchè ve ne andiate: io li istruirò del vostro proposito, e non dubito che non vogliano aderirvi. Venite, farò per voi quello che posso; venite. (escono)