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Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, VII.djvu/249

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240 PERICLE PRINCIPE DI TIRO

moglie in mare, ed esponi le altre disavventure della tua vita. Così facendo, i tuoi dolori cesseranno, e ritornerai felice. Svegliati: addio. (Diana scompare)

Per. Celeste Diana, argentea Diva, ti obbedirò. — Elicano! (entrano Lisistrato, Elicano e Marina)

El. Signore.

Per. Il mio disegno era di andare a Tarso, per uccidervi il vil Cleone, ma debbo accorrere prima ad Efeso. Ci concederete voi (a Lis.) le vettovaglie necessarie per questo viaggio? Noi ve le pagheremo a dovere.

Lis. Con tutto il cuore, signore, e quando ripasserete di qui, avrò io pure una supplica da farvi.

Per. Voi l’otterrete, se anche mi chiedete la mano di mia figlia, perocchè adopraste nobilmente con lei.

Lis. Datemi la vostra mano, signore...

Per. Vieni, mia Marina. (escono; entra Gower dinanzi al tempio di Diana in Efeso)

Gow. Ora le nostre cose volgono al loro termine, e fra poco le vedrete compite. Per ultimo favore vi chieggo, che imaginiate le feste, gli spettacoli che diede il governatore di Mitilene, onde onorar Pericle. Così egli l’indusse a promettergli la mano della bella Marina, che sposa deve divenirgli tosto che riempito abbia il sagrifizio impostogli da Diana. A questo egli si è di già accinto, e con agili vele percorre i mari e giunge in Efeso, dove, come vedete, si mostra dinanzi a voi. (esce)

SCENA III.

Il tempio di Diana in Efeso. — Taisa, gran sacerdotessa è posta vicino all’altare: molte vergini le fanno corona. — Cerimone ed altri abitanti d’Efeso stanno a breve distanza.

Entra Pericle col suo seguito, Lisimaco, Elicano, Marina e una donzella.

Per. Gloria a te. Diana, per adempiere ai cui giusti comandi io qui mi rivelo pel re di Tiro. Fuggito dal mio paese, sposai in Pentapoli la bella Taisa, che morì in mare, dando alla luce una fanciulla, la più soave e santa delle creature. Lei io lasciai in Tarso a Cleone, che cercò di ucciderla appena giunta ai quattordici anni: ma una stella propizia la condusse a Mitilene, dove approdando io la vidi, e riconobbi la perduta mia figlia.

Tais. La voce, il contegno... Voi siete... siete... Oh, real Pericle! (sviene)