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Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, VII.djvu/273

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264 LA COMMEDIA DEGLI EQUIVOCHI


Ant. Sì, per ogni buon rispetto.

Ang. L’avete con voi?

Ant. Credo che l’avrete voi: altrimenti non so come fareste per ricevere il danaro.

Ang. Su via, signore, ve ne prego, datemi la mia catena. Il vento e la marea chiamano quest’onest’uomo e io l’ho fatto ritardare anche troppo.

Ant. Mio caro signore, voi usate di questo pretesto per scusare la vostra mancanza di parola: toccherebbe a me il garrirvi. Ma adoperate da un uomo franco.

Mer. Il tempo fugge: signori, affrettatevi.

Ang. Voi siete testimoni come ei mi beffa... Fuori la catena.

Ant. Portatela a mia moglie, e ricevetene il prezzo.

Ang. Voi ben sapete che ve la diedi mezz’ora fa; o restituitemela, o datemi il mio danaro.

Ant. Spingete la celia troppo oltre: dite dov’è la catena?

Mer. I miei negozii non mi consentono tanti aggiornamenti. Mio caro signore, dichiarate se volete garantire per lui o no, e se non volete, io lo lascierò fra le mani di quest’uffiziale.

Ant. Garantire per lui? e di che?

Ang. Della catena che vi ho data.

Ant. Quando me l’avrete data, allora guarentirò.

Ang. Voi sapete che ve la diedi.

Ant. Nulla mi deste, e mi offendete con questo discorso.

Ang. Voi mi offendete di più smentendomi. Pensate che ci va dell’onor mio.

Mer. Uffiziale, a mia istanza, arrestatelo.

Uff. Vi arresto, e vi comando in nome del duca di obbedire.

Ang. Simile oltraggio non doveva toccarmi. Acconsentite a pagare la somma che mi dovete, o farò arrestare voi pure.

Ant. Acconsentire a pagare il prezzo d’una cosa che non ho mai ricevuta? Fammi arrestare, furfante, se l’osi.

Ang. Ecco per le spese. — Arrestatelo, Uffiziale. Non perdonerei neppur a mio fratello, s’ei m’insultasse con tal disprezzo.

Uff. Vi arresto, signore, e sapete a inchiesta di chi.

Ant. Vi obbedirò fino a che vi abbia data una cauzione. — Ma voi mi pagherete questa ingiuria con tutto l’oro della vostra officina.

Ang. Signore, le leggi di Efeso stanno per me, e sarete condannato. (entra Dromio di Siracusa)

Drom. Padrone, v’è una barca di Epidamno che sta per salpare: vi ho portato il nostro bagaglio, ed ho fatto le necessarie