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ATTO QUARTO 319


SCENA II.

La stessa. — Una strada vicino alla capanna del Pastore.

Entrano Autolico cantando.

Aut. «Quando i narcisi cominciano a mostrarsi e le fanciulle danzano nelle valli, allora si inizia la più dolce stagione dell’anno. Tutto si colora, rivive e si rinfresca. Gli uccelli cantano e l’appetito aguzza i denti. L’allegra lodala e la passera cianciatrice dicono alla terra ed al cielo mille cose. Tutto fiorisce...»

Ho servito il principe Florizel, e portai un tempo il velluto: oggi son fuor di servizio.

«Ma mi lagnerò io per ciò, mia cara? La pallida luna splende durante la notte, e quando io erro pei sentieri, è allora che vo più dritto: se permesso è ai calderai il vivere e il portar le loro masserizie coperte di pelle di cinghiale, io pur potrò bene legittimare il mio mestiere e inscrivermi nella classe dei mercatanti».

Il mio traffico è fatto di foglie leggere. Quando la cornacchia intesse il suo nido, badate alle vostre biancherie. Mio padre mi ha nominato Autolico, ed essendo, come sono, entrato in questo mondo sotto il pianeta di Mercurio, venni destinato ad occuparmi di cose di poco valore. Io vivo di dadi e di bagascie, e mi è di reddito la piccola furfanteria. I patiboli e gli assalti fatti nelle grandi strade, son cose troppo al disopra di me; esser battuto e appiccato, mi empie di spavento; quanto alla vita futura, la fo dormire nel pensiero del presente. — (vedendo il Clown) Cattura! Cattura! (entra il Clown)

Cl. Esaminiamo. Undici capri dàn ventotto lire di lana, ventotto lire dànno cinque ducati; mille e cinquecento velli, quanti ducati dànno?

Aut. Se il laccio è forte (a parte) l’uccello è mio.

Cl. Non posso venir a capo di tal calcolo: vediamo. — Che cosa comprerò io per la festa della tonsura dei capri? Tre libbre di zucchero, cinque d’uva e di riso. Che cosa se ne farà mia sorella del riso? Mio padre l’ha creata regina della festa, ed ella deve sapere a che cosa giovi. Mi ha dato ventiquattro mazzetti per i tosatori, tutti eccellenti cantanti, senonchè v’è fra essi un puritano che intuona i salmi sopra le arie pastorali. Bisogna che abbia un po’ di zafferano per colorire i dolci, un po’ di dattili e