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26 PENE D'AMOR PERDUTE - ATTO TERZO

cipessa verrà a cacciare qui nel parco con al suo seguito una bella giovine. Allorchè le lingue addolciscono i loro suoni, esse ne dicono il nome, e la chiamano Rosalina. Fa di vederla, e consegnale questo biglietto. Eccoti il tuo guiderdone. (dandogli danaro)

Cost. Guiderdone, oh dolce guiderdone! esso è migliore della ricompensa. Farò quanto mi diceste, signore, e v’ubbidirò con prudenza. (esce)

Bir. Oh sono davvero invaghito! Io che fui nemico dell’amore, e punii i sospiri amorosi, che un austero censore mi mostrai, un pedante imperioso per quel fanciullo sovrano dei mortali, per quel fanciullo gigante, che giovani e vecchi doma; per quel Cupido, signore dei teneri amplessi, monarca legittimo dei sospiri e dei gemiti, re degl’infingardi e dei malcontenti; principe formidabile delle gonne, sovrano dei giustacuori, solo imperatore e generale delle torme bipedi. — Oh mio povero cuore! ed io pur dunque dovrò portare le sue divise, come il pazzo quelle del signore che lo alimenta? Io, io amerò? pregherò? cercherò una sposa? Una donna, ch’è cosa simile ad un orologio di Germania, in cui v’è sempre qualcosa di guasto, e che cessa d’andar bene tosto che si cessa di sorvegliarlo. E perchè? per divenire spergiuro, e per amare una bianca e folle creatura, che ha due piccole palle di pece attaccate sul volto a guisa d’occhi. Sì, per il Cielo! una donna che saprà sfogare i suoi talenti, quand’anche un Argo eunuco ne fosse custode! Ed io sospirerò per lei? pregherò per ottenerla? per lei veglierò? Ah! quest’è un flagello con cui Cupido vuol punirmi per aver dimostrato troppo poco rispetto pel suo terribile e onnipossente impero. Ebbene, amerò, priverò, sospirerò, pregherò, impetrerò, gemerò: necessario è bene che qualcuno ami le dame, se vi sono altri a cui piacciono le forosette. (esce)