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ATTO PRIMO | 357 |
Ol. Che ne faresti tu di quella somma? Mendicheresti dopo averla spesa? Ma sia pure, non vuo’ più aver pensiero di voi: entrate con me, e avrete quel che chiedete.
Orl. Io non volli offendervi.
Ol. Va tu ancora seco, vecchio cane.
Ad. Vecchio cane? È questa la mia ricompensa? Ma avete ragione, io ho perduto i miei denti stando al vostro servizio. — Dio sia col mio vecchio padrone; ei non m’avrebbe tenuto tal linguaggio. (esce con Orl.)
Ol. Sarà pur vero? Comincia l’arroganza? Domerò la vostra insolenza, e senza darvi i mille scudi che chiedete. — Olà, Dionigi. (entra Dionigi)
Dion. Chiamate, signore?
Ol. Carlo, l’atleta del duca, non è venuto qui per parlare con me?
Dion. Egli è alla porta, e chiede udienza.
Ol. Fallo entrare. (Dion. esce) Sarà un eccellente mezzo: è domani che deve aver luogo la lotta. (entra Carlo)
Car. Buon giorno a Vossignoria.
Ol. Buon giorno, Carlo! Quali novelle della nuova Corte?
Car. Non vi son novelle alla Corte, fuor delle vecchie novelle, cioè a dire, che il vecchio duca è bandito dal suo più giovane fratello, il nuovo duca, e che tre o quattro signori che gli sono affezionati, sono andati in volontario esilio con lui; le terre di costoro aumentano ora le ricchezze del duca nostro, così avverrà di quelle d’ogni altro che voglia andare in bando.
Ol. Sapete se Rosalinda, la figlia del duca antico, sia bandita col padre suo?
Car. Eh no, signore, perchè sua cugina, la figlia del nuovo duca, l’ama tanto (sendo state allevate insieme dopo la culla) che l’avrebbe seguita nel suo esilio, o sarebbe morta di dolore non potendo farlo. Essa è alla Corte di suo zio, che le vuol bene come a una sua figliuola.
Ol. Qual’è il luogo in cui risiederà il vecchio duca?
Car. Si dice che sia di già nella foresta delle Ardenne, e che abbia seco alcuni signori dei più lieti: si dice ch’essi vivano colà come il vecchio Robin-Hood d’Inghilterra, e che molti giovani gentiluomini ne accrescano il numero ogni dì, tanto è dolce l’esistenza in quei boschi.
Ol. Non dovete voi lottare domani dinanzi al duca?
Car. Sì signore, e vengo a porvi a parte d’una cosa. Sono stato avvertito segretamente, che il vostro giovine fratello, Or-