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ATTO PRIMO | 363 |
Ros. Mio padre amava ser Rowland come se stesso, e ognuno aveva per lui i sentimenti del padre mio; se avessi conosciuto prima questo giovine, avrei usato tutto, fin anche il pianto, per impedirgli di avventurarsi come ha fatto.
Cel. Su via, gentil cugina, andiamogli a far onore. Il mio cuor soffre per la durezza e la gelosia di mio padre. — Signore, voi meritate gli applausi di tutti: avete superata ogni nostra aspettativa; se mantenete così le vostre promesse in amore, l’amante vostra sarà ben felice.
Ros. Signore, portatela per me: (dandogli una catena che aveva al collo) siavi pegno dell’affezione di una fanciulla sventurata, che vi darebbe di più, se di più possedesse. — Vogliamo andarcene, cugina?
Cel. Sì. — Addio, bel gentiluomo.
Orl. Non potrò io neppur ringraziarvi? Mi lascierete così subito?
Ros. Ei ne richiama: il mio orgoglio è caduto colle mie fortune. Gli chiederò quel che vuole. Signore, voi avete combattuto a meraviglia, e vi siete mostrato degno d’ogni onore.
Cel. Ma volete venire, cugina?
Ros. Sono con voi. — Coraggio, signore, coraggio e addio. (esce con Cel.)
Orl. Qual passione incatena dunque così la mia lingua? Non ardisco parlare, e nondimeno lo desidererei tanto. Ah povero Orlando! tu sei vinto, e un competitore più debole di Carlo ti ha soggiogato. (rientra Le Beau)
Le Beau. Mio caro signore, vi consiglio da amico di lasciar questi luoghi. Sebbene voi abbiate meritati gli elogi, gli applausi sinceri e l’amicizia di tutti; nondimeno tali sono ora le disposizioui del duca, che egli interpreta contro di voi tutto quello che avete fatto. Il duca è bizzarro e capriccioso, e farete bene allontanandovi.
Orl. Vi ringrazio, signore, ma ditemi, ve ne prego, quale di quelle due fanciulle che stavano qui dianzi era la figlia del duca?
Le Beau. La più piccola, e l’altra è figlia del principe espulso, ritenuta qui da suo zio l’usurpatore, per far compagnia a sua figlia, perchè esse si amano più che due sorelle non possono amarsi. Ma vi dirò che da poco in qua questo duca ha preso in avversione quella sua vezzosa nipote, pel solo motivo, che tutti fan l’elogio delle sue virtù, e la compiangono per le sventure del padre suo. Una tale avversione, io temo assai che fra poco non