Pagina:S. Benedetto al Parlamento nazionale (Tosti).djvu/12

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Chiesa benedice e santifica quel sentimento; e un figlio di S. Benedetto Gregorio II copre della sua cappa pontificale il germe di quella indipendenza, che oggi accoglie come un albero alla sua ombra ventidue milioni d’Italiani. Incomincia la vita nazionale: gl’Italiani affogano nelle angustie della corona di Carlo Magno; vogliono uscirne, e si muovono; alla inerzia del forastiere servaggio succede il lavorio delle municipali costituzioni; sorgono i Comuni: e la Chiesa benedice, santifica quel lavoro; e un figlio di S. Benedetto Gregorio VII circonda col lampo delle sue folgori la culla della futura libertà dei popoli; serra al suo petto gl’italiani Comuni, che come un Efod ingiojellano e muniscono ancora quello della patria e della Chiesa. Incomincia il bisogno della nazionale difesa; e la Chiesa inizia gl’Italiani alla civile religione della unione degli spiriti, alla fede nella onnipotenza della concordia, benedicendo, santificando la immortale lega Lombarda. Dove il sagramento di vincere, o morire? dove il battesimo della civile fede nella patria? nella casa di S. Benedetto. Dai claustri di S. Maria di Pontida uscì il Lombardo Carroccio, che cigolando ha viaggiato per sette secoli da Legnano a Palestro.

Giovaneggia il mondo nel secolo XVI; esulta al bacio di due civiltà, ellenica e cristiana; e per duplicazione di vita superbisce, e dimentica la terra del suo natale. La Chiesa fu sconosciuta in Lamagna. Il frate Lutero, perchè trovò Roma peccatrice, sostituì la cronaca degli uomini alla storia dell’umanità: l’ira dei fatti gli rubò la fede nei principî. Fece rivoluzione; e volle che l’anno primo della genesi della moderna società inco-