Pagina:Sacre rappresentazioni I.djvu/17

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8 rappresentazione di abramo e agar.
E corresi poi al vendere,

Perchè crescie lo spendere
E sciama ogni guadagno,
210E tal vuol esser magno
Che ha fatica di vivere.
E’ ci sare’ che scrivere
E dir, più ch’io ho detto.
L’altra è che un giovinetto
215Vadi tanto scollato,
Atto proprio cavato
Da tristi e meretrice.
O Firenze felice,
Non è ancor tempo molto
220Tu eri pur rivolto
Quasi al viver cristiano,
Or se’ infelice e ’nsano!
Voltasi all’altro figliuolo:
Ma tu, dolce figliuolo
Che ti stai cheto e solo,
225Che vorrestu? di’ il vero.
Risp. Benedetto:Padre, el mio pensiero
Volto è solo a studiare,
Et a me basta andare
Vestito onestamente
230E non si riccamente;
Ch’io vego e’ virtudiosi,
O palesi o nascosi,
Sempre esser più stimati
Amati e onorati,
235Che un ricco e ignorante
Che sol dal vulgo errante
È amato, e non da Dio.
Sicchè, buon padre mio,
Fate, se voi potete
240E quando voi volete,
Io non abbi accattare
E’ libri, chè prestare
Chi gli adopra mal vuole.
Altro poi non mi duole;
245Di tutto in voi rimetto.
El Padre: dice:O buon mio Benedetto,

Tu hai il nome e’ fatti,