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4 | racconto primo |
parole per seguitare; nonostante incoraggito dalla caritatevole premura della Maria, aggiunse: «Vengo di montagna, dove un incendio ha bruciato la mia povera casa e gli arnesi del mio mestiere di falegname. Non ho più da dormire, nè da vestire; insomma sono ridotto nella miseria. Ho dovuto accattare questi pochi cenci... Ma io per me non mi sgomento; il peggio è che ho la moglie malata, e un figliuolo che non potremo più mantenere. La moglie, poverina! la conduco allo spedale del Borgo; io cercherò di entrare garzone in qualche bottega; ma di quella creatura, mio Dio! cosa ne faremo? Ah! non abbiamo più nulla da dargli; e già stento stento... ci par di vederlo morire da un giorno all’altro; e non v’è da dire nemmeno di levarci il pane di bocca per darlo a lui; siamo senza pane anche noi...» Ma a questo punto il montanaro dovè interrompersi, perchè il dolore gli troncava le parole.
Allora la Maria intenerita, fattogli cenno d’aspettare, s’alzò e gli disse: «Intanto che la vostra moglie si riposa... ma dov’è?... fatela venire in casa... le farò una pappina per lei e per il figliuolo.» Chiamò Nanni, gli ordinò di accendere il fuoco, e di far subito la pappa, ed egli obbedì come un lampo. Tornata al montanaro, lo trovò appoggiato con la testa al muro, e cercò di fargli coraggio. «Che farò del mio povero Ilario?» diceva egli singhiozzando. «Lasciatelo qui, rispose la Maria; finchè la vostra moglie non sarà guarita, e finchè voi non avrete trovato da guadagnare, vedrò alla meglio di custo-