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120 racconto undecimo

perciocchè impararono e fecero stando insieme più frutto in un mese che non avevano fatto disegnando da loro in due anni; siccome anco fece un altro giovinetto, che similmente stava allora col Bandinello, chiamato Nannoccio dalla costa San Giorgio.1

UNA SOLLEVAZIONE

Nel tempo che i giovani artefici quetamente si adoperavano per divenire abili nelle loro professioni, il popolo fiorentino correva nuovi e gravi pericoli. La repubblica era vicina a perdere la sua libertà; e le arti dovevano riportarne tanto nocumento, da rimaner trattenute nei loro progressi, e da ridursi a poco per volta in istato umile e servile.

I Medici, odiati dalla maggior parte dei cittadini, si studiavano sempre più di corrompere con l’oro e con gli artifizi i partiti contrarj, di aumentare le discordie, di spargere la diffidenza, di valersi degli aiuti stranieri per reggersi nel potere ormai vacillante; e le universali condizioni dell’Italia divennero a un tratto tanto infelici, da far temere prossime le calamità che poi le cagionarono tanto danno. Tutti vivevano in angustie e in sospetti; erano riaccesi gli sdegni; chi macchinava in segreto, chi minacciava apertamente; e tanto i cittadini più autorevoli

  1. Vasari, Vita di Cecchin Salviati. — Non crediamo che il Vasari, benchè dica precisamente così, potesse tenere il Bandinello in conto di buon maestro.