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72 | racconto nono |
l’onoravano molto, o per aver trovato più opportune il luogo all’educazione della famiglia.
Già in Pavia gli era nato (nel 1400) il primogenito Guiniforte, fanciullino pieno di bontà, di cuore e d’ingegno e amantissimo dello studio. Sicchè fino dalla prima infanzia dava a conoscere che a suo tempo avrebbe saputo emulare la riputazione del padre.
Ora accadde che nella medesima città di Padova morì Jacopo fratello di Gasperino, e lasciò otto piccoli figliuoli senza madre e senza mezzi di sussistenza. Ahimè! che sventura! quanti orfani e in quali tempi! Appunto allora quasi tutta Italia era travagliata dalle guerre e dalle discordie, e la maggior parte dei cittadini stavano in grande ansietà per amore delle proprie famiglie, o accorrevano a guerreggiare in difesa della patria, o erano dominati dai partiti; sicchè nessuno poteva pigliarsi cura dei poveri fanciullini rimasti senza genitori, nè si trovavano come ora Asili di carità o luoghi di educazione per gl’indigenti; ma Gasperino, benchè durasse fatica a mantenere la propria famiglia, ebbe compassione di quelle otto creature, e non indugiò a raccoglierle tutte in casa sua. Chi di noi non vorrebbe assistere un misero orfanello? Siamo in dovere di soccorrere gl’infelici, e i più deboli soprattutto. Ma quelli erano otto! e il caritatevole zio sapeva che per mantener loro avrebbe dovuto far sopportare molte privazioni alla sua famiglia. Nonostante accompagnato dalla moglie e da Guiniforte,