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Novella I
Recitata a’ 27 Dicembre 1750 nell’Accademia degli Agiati di Roveredo, giorno della prima apertura della medesima sotto il Reggimento del mio Enea, Primo Fondatore di essa.
O Donne, e Cavalier di virtù ornati,
Che ad ascoltar me spinse cortesia,
Cui non videro pari i tempi andati,
Tanto gli altri vincete in leggiadria,
A me i vostri pensier non fien celati,
Poiché narrato avrò la Storia mia.
Ch’io, se per voi pulisco il rozzo stile,
Vo’ ch’odan vostri nomi e Battro, e Tile.
Fu già, non ha molto, in una villa vicino di Vicenza Messer Jacopo di Gianlorenzo, uomo alquanto scemo, ma molto dedito ad accumular danajo; il quale, siccome costume era in quel contado di fare due volte la settimana mercato d’uova, s’invogliò anch’egli d’accattarne buona quantità; ma, avvegnaché prima di colorire un disegno costumanza sempre mai ebbe di comunicarlo alla Donna sua - che fuor d’ogn’altra cosa molto cara ad ogn’ora si tenne, come quella che l’amore del marito coll’avvenenza non solo del volto, ma più col bel modo di trattare e comperare e tuttavia mantener si seppe - ad essa perciò andonne, la quale, tosto che venire a sé
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