Pagina:Saint-Pierre - Paolo e Virginia, 1883.djvu/111

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paolo e virginia 104

Margherita era a peggior partito dell’altra. Le persone d’uno spirito vivace, che nulla soffrono per i piccoli guai, rimangono costernate affatto dai grandi. Ella disse a me: «Oh non sapete, o nostro buon vicino, la gran visione che ho avuto stanotte! Mi pareva veder Virginia vestita di bianco stare in mezzo a boschetti e giardini deliziosi, e pareva ch’ella mi dicesse: Io tengo una felicità degna d’invidia. Ciò detto, si accostò a Paolo tutta festosa, e sel portò via; mentre io stendeva le braccia come per trattenere il figliuol mio, m’accorsi che anch’io mi levava su dalla terra, e li seguiva con un grandissimo diletto; mi rivolsi per dire addio alla mia amica, e vidi che anch’ella mi teneva dietro con Maria e Domingo. Ma quel che più mi stordisce, si è che l’amica mia ha fatto stanotte istessa un sogno eguale. Amica, io le risposi, io penso che tutti gli accidenti di quaggiù vengano da un divino ordinamento. I sogni annunciano qualche volta ciò che veramente deve accadere.» La signora De la Tour mi raccontò un sogno affatto somigliante, e perchè io non aveva mai scôrto in quelle donne tendenza niuna alla superstizione, la concordanza dei loro sogni mi diede una grande meraviglia, e dentro me dissi: Queste cose s’hanno a verificare assolutamente. Tutti i popoli della terra portano opinione che alcuna volta i sogni vengano forieri dei futuri avvenimenti, e tale sentenza fu tenuta da più grandi uomini dei passati tempi; fra gli altri Alessandro, Cesare, gli Scipioni, i due Catoni e Bruto, i quali erano tutt’altro che deboli spiriti; e mille esempi di sogni annunziatori di vere cose stanno registrati nel Testamento antico e nel nuovo. Quanto a me non cerco altre prove di questo, chè la mia sperienza mi è assai, avendo più d’una volta veduto essere i sogni veri avvisi che ne dà un qualche intelletto che piglia cura di noi. Che se uno volesse o combattere o sostenere a punta di ragione la verità di tutte le cose, alle quali l’occhio nostro non giugne, gitterebbe le parole: certo che, ponendo la ragione umana quale immagine di quella del nostro creatore, e vedendo come l’uomo può spingere il suo pensiero in capo al mondo, non è meraviglia che altrettanto possa operare l’Intelletto che governa l’universo. L’amico manda consolazione all’amico col mezzo d’una