Vai al contenuto

Pagina:Saint-Pierre - Paolo e Virginia, 1883.djvu/87

Da Wikisource.
80 paolo e virginia


paolo

E che l’arte che dà a mangiare agli uomini è disprezzata in Europa? ah! io non vi capisco.

il vecchio

E veramente non è possibile che un uomo allevato in uno stato naturale arrivi a comprendere le depravazioni della società. Si può ben formarsi un’idea chiara dell’ordine, ma del disordine non mai. La bellezza, la virtù, la felicità, hanno certe loro proporzioni; ma la deformità, il vizio e la sciagura non ne hanno alcuna.

paolo

Ella è dunque ben grande la fortuna dei ricchi! nessun ostacolo ai loro desiderii, essi possono colmare di felicità gli oggetti da loro amati.

il vecchio

Quasi tutti hanno fatto il callo nei piaceri, e più non li gustano, per ciò appunto che li ottengono senza pena. Non avete voi sperimentato che il piacere del riposo vien dopo la fatica, quel del mangiare vien dalla fame e quello del bere dalla sete? Or bene, anche quello dell’amare e dell’essere riamati si acquista per forza di una infinità di privazioni e di sagrifici. Ma le ricchezze privano i ricchi di tutti questi piaceri coll’impedir loro di sentire alcun bisogno. Mettete ancora la noja che conseguita le loro sazietà, e mettete l’orgoglio che loro dà l’opulenza, il quale s’irrita per la più piccola privazione anche allorquando si è reso indifferente al possesso di più gran cose. La fragranza di mille rose piace per un momento, ma la puntura d’una spina duole più a lungo. Un male framezzo ai diletti è una spina tra i fiori per l’uomo ricco. Laddove per i poveri un piacere in mezzo ai mali è un fiore framezzo alle spine del quale godono in un modo squisito. Ogni forza si fa maggiore nel contrasto. La natura ha posto ogni cosa in bilancia. Ponderando bene tutto, vorreste voi non avere quasi niente a sperare e tutto a temere, ovvero non aver quasi nulla a temere e tutto a sperare? il primo partito è quello dei