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Pagina:Salgari - Duemila leghe sotto l'America - Vol. I.djvu/22

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20 capitolo ii.

scar appena liberato si rimettesse in campo, lo fece segretamente strangolare dal generale Quiezquiez.

Invano gli avidi Spagnuoli cercarono quei tesori; invano tormentarono parecchi curachi sperando di carpir a loro il segreto; i tesori non furono trovati nè le spedizioni intraprese in diverse epoche da audaci avventurieri ebbero miglior sorte.

Questo documento, amici, ci addita la via per giungere ad uno di quei nascondigli forse il principale e fors’anche l’unico.»

— Allora bisogna trovare questi tesori, disse Burthon.

— Ma dove si trovano? chiese Morgan.

— Ascoltatemi, amici, disse l’ingegnere spiegando il prezioso documento. Il punto di partenza sarebbe, come lo indica questo disegno, la Caverna del Mammouth.

— Ma allora il tesoro è vicino, disse Burthon.

— Pare anzi che sia molto lontano. Conosci la caverna?

— Come Louisville.

— Tu sai allora che all’estremità di una galleria trovasi un abisso al quale fu dato il nome di Maelstroom.

— Lo so. È un abisso che non fu ancora esplorato e che credesi molto profondo.

— Ebbene, là in fondo, se si deve credere a quanto dice il documento, esiste una galleria che mena ad un fiume sotterraneo e navigabile.

— Ed è sotto questo fiume il tesoro?

— No, il documento dice che bisogna percorrere tutto il corso d’acqua, il quale è lunghissimo, indi procedere attraverso a molte gallerie. Il tesoro si troverebbe in una grande caverna circolare sostenuta da immense colonne scolpite.