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22 capitolo ii.


— Signore, disse Morgan con voce alterata. Io so che voi non siete solamente un abile cacciatore e un uomo coraggioso, ma so pure che voi siete uno dei più distinti ingegneri che vanti il Kentucky e uno dei più valenti scienziati degli Stati Uniti. Mettetevi alla nostra testa e noi vi seguiremo dove vorrete condurci. Se scoprirete i tesori avrete salvato noi dalla miseria e i Shawani da certa morte.

— Il viaggio mi tenta, Morgan. Ma avete voi pensato ai pericoli che dovremo affrontare?

— I pericoli non ci fanno paura, disse Burthon.

— Forse qualcuno di noi ci lascierà la vita.

— Non importa, disse O’Connor.

— Ebbene, accetto di essere vostro capo. Dovete però fare due giuramenti.

— Parlate, disse Morgan.

— Giuratemi che mi obbedirete ciecamente, prima di tutto.

— Lo giuriamo, dissero i cacciatori.

— Poi giuratemi di versare nelle mani dei capi Shawani la metà del tesoro.

— Lo giuriamo, ripeterono i cacciatori con voce solenne.

— Ebbene, domani io tornerò a Louisville onde preparare tuttociò che occorre per l’audace spedizione e per sbrigare i miei affari. E voi vi recherete nella caverna del Mammouth, stringerete amicizia colle guide e studierete la via che mena al Maelstroom. Silenzio, sopratutto; tutti devono ignorare il nostro viaggio.

— Quanto tempo vi occorrerà pei preparativi? chiese Burthon.

— Venti giorni, calcolo.

— Signore, disse Morgan, costeranno molto gli oggetti che ci saranno necessari?