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una traccia misteriosa 43


Allungò una mano e l’afferrò, ma l’aveva appena toccato che si sentì rovesciare indietro. Un grido di dolore gli sfuggì dalle labbra.

L’ingegnere, inquieto, si precipitò verso di lui.

— Che ti è successo? gli domandò.

— Sono fulminato!... balbettò il povero meticcio. Ho ricevuto una scarica elettrica.

— Per Giove! esclamò O’Connor saltando dietro la macchina. Abbiamo pescato il diavolo!

— Non toccarlo, Morgan, disse l’ingegnere, vedendo il macchinista che stava per afferrare la gigantesca anguilla.

— L’accoppo con una coltellata, disse Morgan.

— Ti fulminerà egualmente. Uccidila con una palla.

Morgan armò un revolver e cacciò una palla nella testa dell’anguilla, la quale, dopo di essersi contorta in mille guise, finì col rimanere immobile.

L’ingegnere l’esaminò attentamente al chiarore della lampada. Come si disse, era lunga due metri, di forma cilindrica, serpenteiforme e colla coda lunghissima relativamente alle altre parti del corpo.

— Cos’è adunque? chiese Morgan.

— Un pesce che non ho mai visto, rispose sir John.

— Non assomiglia ad alcuno di quelli conosciuti?

— Sì, al gimnoto.

— Che è questo signor gimnoto? chiese Burthon, che si stropicciava le membra ancora intorpidite.

— Un’anguilla simile a questa e che possiede la medesima proprietà di fulminare.

— E sono buoni da mangiare questi gimnoti?