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86 e. salgari

Prima cura del pirata fu di far mettere una lancia in mare, poi vi s’imbarcò col secondo e una diecina di marinai.

Appena sbarcati all’estremità della baia, si volse verso il luogotenente Walker e gli disse:

— Dobbiamo raggiungere la piattaforma dell’isolotto. L’impresa sarà scabrosa pure con un po’ di pazienza vi riusciremo.

Aiutati dai marinai, cominciarono la faticosa e difficile ascensione, aggrappandosi alle sporgenze delle rocce e correndo di frequente il pericolo di rotolare sino al basso e di sfracellarsi.

Finalmente dopo tante fatiche e dopo mille pericoli raggiunsero la cima di quel cono tronco.

Il capitano, volgendosi verso il secondo e facendogli vedere la superficie piana della roccia, gli disse:

— Guardate giù, luogotenente Walker, e ditemi se delle truppe potrebbero salire quassù, se i nostri marinai ne difendessero la cima?

— No, giammai, — rispose il secondo.

— Guardate tutto all’intorno queste rupi e queste roccie tagliate quasi a picco, e ditemi se un assalto potrebbe essere possibile, dato che quassù vi fossero dei bastioni e delle artiglierie.

— Io credo che pochi uomini, anche senza cannoni, sarebbero bastanti per respingere un esercito.

— Una fortezza costruita quassù sarebbe adunque inaccessibile?

— Sì, ma come faremo noi a trasportare qui tutti i materiali da costruzione, i cannoni, le munizioni e i viveri?

— Noi abbiamo centocinquanta marinai robustissimi, da loro faremo prima aprire una via od una gradinata. Non credo che la cosa sia impossibile.

— Sarà però un lavoro molto aspro che richiederà molto tempo.

— Cosa importa a noi il tempo? Noi non abbiamo fretta.

— E costruirete qui il forte?

— Sì, signor Walker.

— In verità, capitano, voi eravate nato per essere un generale od un ingegnere.

— E vi penso qualche volta, — rispose Parry, con un sorriso. — Scendiamo e conduciamo la Garonna nella baia.

Preceduti dai marinai cominciarono la discesa difficile ed estremamente pericolosa, ma che compirono senza accidenti.

Giunti al basso s’imbarcarono nella lancia e tornarono a bordo, ove diedero l’ordine di levare le ancore e di spiegare il trinchetto e il parrocchetto. Il capitano Parry afferrò la ribolla del timone e drizzò la prora verso il canale che conduceva nella baia, ma che l’equipaggio non scorgeva ancora.

Ben presto la Garonna si trovò in mezzo ad uno stretto passo fiancheggiato da scogliere aguzze e dirupate e così pericoloso che sarebbe bastata una falsa manovra per mandarla a picco.