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gli scorridori del mare 97

colpi di spingarda. Un’ora dopo la Garonna entrava senza difficoltà nella baia e vi gettava l’àncora.

I cinquanta uomini del forte vennero incontro ai loro compagni e appresero con gioia l’esito felice della spedizione. Il capitano chiese all’ufficiale se nulla era accaduto di straordinario, durante la sua assenza ed ebbe una risposta negativa. Solamente uno schooner era passato, sul far della sera, a due miglia dalla roccia, senza aver nemmeno scorto il forte.

Due giorni dopo le merci venivano depositate, con grandi fatiche, nei magazzini del forte. Il capitano, prima di rimettersi in viaggio, fece armare le tre imbarcazioni maggiori con alcune spingarde, onde il presidio tentasse, se l’occasione era propizia, di abbordare le navi che per caso potevano passare in vista dell’isolotto.

Quattro giorni dopo l’approdo nella baia, la Garonna si slanciò per la seconda volta in mare.

Questa volta l’oceano non era del tutto calmo. Soffiava un forte vento dal sud-est, il quale sollevava grosse ondate, mentre dei vapori densi correvano rapidamente pel cielo.

La Garonna, appena fuori della baia, cominciò a rollare vivamente, ma il capitano fece prendere una mano di terzaruoli alle vele di gabbia, fece imbrogliare quelle di pappafico e di contropappafico onde darle una maggiore stabilità.

L’intenzione dei pirati era quella di recarsi nei mari dell’India, per predarvi i navigli carichi delle preziose spezie provenienti dalla Cina e dalle Celebes.

Il capitano conosceva assai bene quei paraggi e sapeva ove trovare dei porti deserti nel caso che fosse stato costretto a poggiare verso terra per riparare qualche avaria. Per di più conosceva le vie battute generalmente dalle navi provenienti dall’oriente e dall’occidente.

Banes, accortosi della nuova rotta presa dalla Garonna, parve che non si mostrasse come il solito, malcontento. Anzi avvicinatosi al negro e conducendolo verso la prora che era quasi deserta, gli disse:

— Comincio a sperare.

— Che cosa? — chiese Bonga.

— Se non m’inganno ci accostiamo alle terre abitate; vale a dire a luoghi ove la fuga può esserci più facile.

— Ne ho molto piacere, Banes. Credo però che non fuggiremo senza vendicare il capitano Solilach.

— Non dubitare. Prima di quel giorno voglio farli impazzire dallo spavento, giacchè sono superstiziosi.

— Cosa volete fare? — chiese il negro.

— Divertirmi alle loro spalle.

— Posso aiutarvi?