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104 | e. salgari |
vano attentamente, Banes saliva silenziosamente sulla mura di cinta, e spiava, con un piccolo cannocchiale, tutti i punti dell’orizzonte.
Era già da vari minuti che stava in osservazione, quando si sentì afferrare per un braccio. Coll’agilità propria dei brasiliani fece un balzo indietro e con rapido gesto nascose il cannocchiale in saccoccia...
— Che cosa facevate? — gli chiese una voce ben nota.
— Ah! sei tu Bonga? — disse Banes, avvicinandosi al negro...
— Avete scoperto nulla? I miei occhi hanno già veduto la fregata.
— Sì, mi pare d’averla scorta, — rispose Banes.
— Domani mattina sarà qui, ne sono certo.
— E darà da fare a queste canaglie, — aggiunse Banes.
— Credete che possa distruggere questo forte?
Il brasiliano scosse il capo con aria incredula poi mormorò:
— Non lo credo; questa posizione è quasi insuperabile.
— Le sue palle però causeranno delle gravi perdite ai pirati.
— Questo è vero, ma anche la fregata verrà maltrattata. Andiamo a riposare, Bonga; domani non ne avremo il tempo.
Il negro scosse il capo, dicendo:
— No: voglio vedere se è la fregata.
Banes non rispose e andò a dormire.
Al mattino egli venne destato da grida acute che risuonavano per le stanze del forte.
— La fregata! la fregata! — urlavano i pirati, precipitandosi sui bastioni.
Banes in un salto fu in piedi; afferrò il suo fucile e corse fuori. Tutti i tiratori erano ai loro posti, nascosti fra le roccie o sulle mura, mentre gli artiglieri cambiavano le cariche ai cannoni.
La fregata francese, riparati i suoi danni e rinnovato il trinchetto, veleggiava rapidamente verso il forte. Sul ponte si vedevano i marinai aggruppati dietro i cannoni da caccia e numerosi fucilieri installati sulle coffe, sulle crocette e sui pennoni.
Giunta a cinquecento metri dall’isolotto, la grande nave imbrogliò gran parte delle sue vele, mentre i suoi artiglieri puntavano i loro pezzi in alto pronti ad aprire il fuoco.
Anche i marinai delle coffe e delle crocette e dei pennoni parevano non attendere che un segnale per scaricare le loro carabine.
Dal canto suo il capitano Parry, fatti riunire i suoi venti pezzi in direzione della fregata, ordinò ai suoi fucilieri di sparpagliarsi fra le rocce, onde avvicinare maggiormente i nemici.
A mezzogiorno la bandiera nera fu issata sulla cima del forte, e uno dei più grossi cannoni della Garonna tuonò rumorosamente,