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i drammi della schiavitù 195


– In guardia! – gridò il dottore. – Se quel gorilla scende, ci assalirà.

– Siamo in molti, signore – disse Vasco.

– Non si spaventerà per questo.

Un terzo grido, più robusto degli altri due, echeggiò fra i rami del baobab, e questa volta pareva di furore.

– All’erta! – gridò il dottore, slanciandosi verso il campo. – Il gorilla!...

Kardec ed i marinai, udendo quella voce, balzarono confusamente in piedi, credendosi assaliti da qualche tribù di negri o da una coppia di leoni.

– Cosa succede? – chiese Kardec.

– Fuggiamo – disse il dottore. – Il gorilla scende!

Infatti si udiva il formidabile quadrumane precipitare attraverso ai rami del baobab, scuotendoli furiosamente. Credendosi assalito, si preparava ad attaccare.

– Tutti intorno a me – gridò il bretone, che non ignorava con quale avversario aveva da fare.

In pochi istanti il gorilla raggiunge il tronco enorme dell'albero e con un ultimo slancio si lasciò cadere a terra, a pochi passi dai fuochi che stavano per spegnersi.

Quel quadrumane faceva paura: era alto sette piedi, col petto e le braccia enormemente sviluppate, coperto di un pelo color bruno ma non molto folto, già irto per la collera. Le mani, le gote e le orecchie ne erano privi e il suo volto, quantunque avesse una bocca smisurata, irta di lunghi denti, rassomigliava assai a quello di un uomo.

Vedendo i marinai che tenevano in pugno i fucili e le scuri, decisi a difendersi, emise un grido paragonabile ad un tuono udito in lontananza, e li caricò con furore senza pari, con le pelose braccia aperte, come se volesse abbracciarli tutti e stritolarli in una stretta brutale, irresistibile.

Niombo, Vasco ed il dottore che erano armati di fucili, fecero fuoco, mentre Kardec scaricava le sue pistole. Ma il mostro non cadde. S’arrestò di colpo, portandosi le mani al petto, poi fuggì attraverso alla foresta emettendo dei gemiti che parevano umani. Per alcuni istanti lo si udì a sfondare furiosamente i cespugli che gli sbarravano il passo, poi il silenzio ritornò nella tenebrosa foresta.

– Mille fulmini! – esclamò il bretone. – Vi confesso, dottore, che quell’enorme scimmia mi faceva paura.