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Pagina:Salgari - I figli dell'aria.djvu/206

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178 capitolo ventiduesimo


— Sapete che cosa sono? — chiese.

— Dei bufali?

— No, jacks selvatici.

— Ci avevate promesso di farceli cacciare.

— È quello che faremo domani mattina, — rispose il capitano. — Abbiamo bisogno di rinnovare le nostre provviste, prima di affrontare gli altipiani del Tibet, che sono d’una aridità spaventosa, e anche di procurarci delle pellicce ben calde e del grasso. Farà molto freddo lassù.

— Non fuggiranno intanto gli jacks?

— Dove trovano pascoli si fermano e siccome il deserto non abbonda di vegetazione, non lasceranno quelle rupi.

— Dove ci fermeremo per passare la notte?

— Sulle sabbie, per metterci al riparo dal vento. Non sentite come soffia?

— È freddissimo, capitano. Sarebbe da preferirsi ora una macchina a vapore alla vostra aria liquida.

— Un brutto cambio in queste regioni che sono prive di grossi vegetali. Sugli altipiani non troveremo nemmeno un albero. —

Essendo giunti quasi di fronte a quell’enorme accatastamento di rocce, il capitano diede il segnale della discesa.

Lo Sparviero poco dopo si adagiava sulle sabbie, in una profonda depressione del terreno, circondata da rupi e che pareva dovesse essere stato anticamente il fondo di qualche bacino, essendovi abbondanza di lastre di sale.

Quantunque riparati, il vento soffiava freddissimo, scendendo dalle non lontane catene nevose degli Allyn-tag, i quali segnano il confine fra il deserto e il Tibet.

I cinque aeronauti, dopo essersi accertati che non vi era alcuno in quei dintorni, cenarono alla lesta e si rinchiusero nel fuso d’alluminio, raddoppiando le coperte.

Non era ancora sorta l’alba, che già il capitano, Rokoff e Fedoro erano in piedi ansiosi di dare la caccia agli jacks che avevano veduto la sera innanzi.

Sapendo d’aver a che fare con animali pericolosi, armati di corna formidabili e dotati d’una forza non inferiore a quella dei bufali, si erano armati di carabine di grosso calibro e di lunghi coltelli da caccia, dei bowie-knife americani colla lama solidissima.

La giornata si annunciava bellissima, quantunque il freddo fosse notevolmente aumentato. Un’aria secca, che tagliava i