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i naviganti della meloria 79

cespi di fiori strani che mandavano, alla luce della torcia, bagliori fulvi come se fossero d’oro o scintillìi di rubini o di topazi.

Certamente un tempo quella grande caverna doveva essere stata il fondo d’un vulcano, poichè quelle meravigliose cristallizzazioni ordinariamente non si vedono che nell’interno o sui crateri di quei mostri vomitanti fuoco.

Talvolta il candore dei marmi cambiava bruscamente. Alle rocce bianche si succedevano rupi di calcari rossi, carnicini, con venature splendide verdognole o rossastre; poco dopo il bianco riprendeva il suo impero.

Dopo un’ora la scialuppa giungeva dinanzi ad una microscopica baia, racchiusa da scogliere altissime che sembravano composte d’alabastro. Sulla spiaggia, fra due rocce colossali, si vedevano brillare degli ammassi di funghi, i quali spandevano all’intorno una luce fosforescente d’una tinta indefinibile.

— Andiamo a vederli — disse il dottore. — Intanto i nostri uomini si riposeranno un po’.

— E prepareranno la colazione — disse padron Vincenzo.

Stavano per sbarcare quando i loro orecchi furono colpiti da un lontano rombo che veniva dalle pareti delle gigantesche rupi ammassate sulla spiaggia.

— Cos’è questo? — chiese padron Vincenzo, guardando il dottore con una certa ansietà.

— Non saprei — rispose il signor Bandi, il quale s’era arrestato. — A me parve piuttosto uno scoppio.

— Forse è avvenuta qualche scossa di terremoto.

— Non lo credo. La superficie di questo lago è tranquilla.

— Udite?

— Sì, un altro scoppio.

— Ed è avvenuto dinanzi a noi.

— Però non si scorge nulla — disse il dottore. — Che vi sia qualche altra caverna?

— Scavata nella parete che vedo biancheggiare dietro a quelle rocce?

— Sì, Vincenzo.

— Cosa facciamo, dottore.

— Per Bacco!... Andremo a vedere cosa avviene laggiù.

— Non ci esporremo a qualche grave pericolo?

— I pericoli si possono anche evitare; basta essere prudenti.

— Allora andiamo tutti; alla colazione penseremo poi.

— È ben assicurata la scialuppa?

— L’ho legata con doppio ormeggio — disse Michele.

— Prendete altre due lampade e andiamo a vedere da che cosa sono prodotti questi rombi.

Poco dopo i tre pescatori ed il dottore sbarcavano, dirigendosi verso quell’ammasso di funghi che s’estendeva per un tratto d’oltre cinquanta metri su una larghezza di venti o trenta.

Erano una specie di rizomorfe, ossia di quei funghi che crescono sugli