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l'isola di corallo 111


trecciando linee d’oro e d’argento e la spuma che rimbalza è pure luminosa. Se poi si frangono contro una costa ripida o contro una scogliera, sembra allora che intorno a quella terra o quelle rocce avvampi un incendio e s’alza una specie di nebbia luccicante, d’un effetto sorprendente, meraviglioso.

Tale era il fenomeno che aveva cotanto sorpresi i naufraghi della giunca. Wan-Stael, per la grande distanza, non si era subito accorto di cosa si trattava, ma ora che la scialuppa era vicino, non poteva più ingannarsi.

Le onde fosforescenti, rompendosi con furia incredibile contro la costa segnalata, scagliavano in alto la schiuma satura di quei microscopici organismi fosforescenti, ed il vento, mantenendola per qualche istante sollevata, la faceva splendere come una nebbia luminosa.

— È mirabile quella fosforescenza! esclamò Cornelio. Non ne ho mai veduto una così intensa.

— Ed è doppiamente superba con questa tempesta, disse il capitano. Ringraziamo queste nottiluche che ci hanno fatto scorgere a tempo la costa australiana. Lu-Hang, preparati a far cadere la vela.

— Sperate di trovare un rifugio sotto la costa, signor Stael? chiese Wan-Horn.

— Lo spero, ma non posso essere certo. Io non so dove l’uragano ci ha spinti.

— Fuori del golfo, no di certo.

— Dio non lo voglia! Piuttosto di trovarmi nello stretto di Torres con questo tempaccio, preferirei cadere in mezzo ad una scogliera deserta.

— E credo che ci troviamo presso una scogliera deserta, signor Stael, disse Wan-Horn, che si era bruscamente alzato.

— Non è la costa australiana quella che sta dinanzi a noi?

— No, è una lunga linea di frangenti.

— Non t’inganni, Horn? chiese il capitano con ansietà.

— No, li ho veduti al chiarore d’un lampo, mentre voi discorrevate col signor Cornelio.

— Saremo adunque costretti a virare al largo e riprendere la lotta colla tempesta?