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depositi di trepang per impedire che venissero saccheggiati, i secondi s’erano rovesciati confusamente verso la spiaggia per salvarsi nelle scialuppe.

— Avanti, miei prodi, aveva gridato il capitano, ma sette od otto uomini solamente l’avevano seguìto.

Era un pugno contro un esercito, ma non era il momento di contarsi. Si scagliarono innanzi scaricando i fucili nel più fitto degli assalitori, mentre il vecchio marinaio, quantunque rimasto solo, faceva tuonare le spingarde, spazzando il terreno con una grandine di ferraccio e di piombo.

D’improvviso l’assalto furibondo degli antropofaghi s’arrestò. I primi giunti presso i depositi, avevano messo i piedi sui rottami delle bottiglie e si erano sbandati emettendo urla strazianti. Alcuni, caduti proprio in mezzo a quei cocci che laceravano le loro carni, si dibattevano disperatamente, rigando il terreno di sangue. Gli altri, spaventati, ignorando forse con quale pericolo dovevano lottare, s’arrestarono esitando, poi volsero le spalle e fuggirono disordinatamente su per le rupi.

Una scarica di mitraglia e di fucili affrettò la loro ritirata, ed in breve sparvero sul versante opposto.

— Bravi, miei valorosi! gridò Wan-Stael. È una lezione che se la ricorderanno per un po’ di tempo. Ai depositi di trepang, amici miei! Vedo degli uomini che si agitano laggiù.

Si slanciò verso le tende, fra le quali si dibattevano ancora alcuni australiani fra le ultime strette dell’agonia, ma ad un tratto emise un grido di furore.

— Oh!... Miserabili!...

— Cosa succede, zio mio? chiesero Hans e Cornelio, accorrendo.

— Siamo rovinati, ragazzi miei.

— Hanno saccheggiato i depositi?

— Peggio, poichè non potremo più pescare: gli australiani ci hanno rubato le caldaie e non ne possediamo altre.

— Le caldaie! esclamò Cornelio.

— Sì, nipote, disse il capitano con voce rauca. Come prepareremo il trepang, d’ora innanzi?... E la stagione di pesca è appena cominciata e non abbiamo che la decima parte del carico.

— Inseguiamoli, zio!... esclamò Cornelio.