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204 Capitolo Ventinovesimo.

colonnarii appartenenti alla famiglia dei dammaras e che lanciavano le loro cime a quaranta metri d’altezza.

Aveva veduto presso quelle piante certe specie di liane che strisciavano al suolo, aggrovigliandosi le une colle altre.

— Che cosa sono? — chiese Ioao, il quale lo aveva seguìto.

— Delle magnagne, — rispose Sao-King, — buone a mangiarsi.

Prese il coltello e scavò rapidamente la terra mettendo a nudo le radici di quelle piante, grosse come barbabietole.

Ve n’erano sette od otto e tutte molto polpose.

— Accenderemo il fuoco e le cucineremo sotto la cenere, — disse Sao-King. — Già per ora il vascello non lascerà l’ancoraggio. Signor Ioao, avete l’acciarino e l’esca?

— Sì e rinchiusi in una scatola impermeabile.

— Allora faremo una eccellente colazione. Guardate: c’è anche qui un rivoletto d’acqua dolce per dissetarci.

— E anche delle tartarughe! — esclamò Ioao. — Sao-King, tagliamo loro la ritirata prima che tornino al mare. —

Il chinese si era rialzato di colpo.

— Non bisogna lasciarle sfuggire! — gridò.

Una mezza dozzina di grosse testuggini marine, s’incamminava lentamente verso il mare, trascinando penosamente il loro enorme guscio.

Il chinese ed il giovane peruviano che avevano già altre volte gustata la carne veramente eccellente di quei rettili, si slanciarono di comune accordo verso la spiaggia, saltando attraverso le dune di sabbia.

Prima che potessero raggiungerle, otto si erano già lasciate portar via dalle onde, ma le altre quattro non ne avevano avuto il tempo.

Sao-King, servendosi d’un bastone che aveva raccolto presso i kauris, ne rovesciò due, lasciando andare le altre.

— Abbiamo perfino troppa carne, — disse.

Prese la più grossa, pesante una cinquantina di libbre e la portò presso la macchia.

— Cospettaccio! — esclamò. — Carne di tartaruga e magnagne! Una colazione da mandarini! —

Ioao aveva raccolta della legna secca e delle foglie ed era riuscito ad accendere un allegro fuoco, capace d’arrostire un’antilope intera.

— E come faremo a spaccare i gusci di questa testuggine? — chiese. — I nostri coltelli sono insufficienti.

— S’incaricherà il fuoco, — rispose il chinese.

— La cucineremo nel suo guscio?

— Sì, signor Ioao e la carne non perderà nulla della sua squisitezza. —

Quando una parte dei rami furono consumati, mise le radici